Tanti amministratori comunali hanno partecipato alla presentazione pubblica de “La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963”, edito nel 2021 da Aska edizioni di Firenze. L’affollato evento si è svolto domenica 10 dicembre 2023, alle ore 17 presso la sala della Biblioteca dell’Accademia Valdarnese del Poggio a Montevarchi, in provincia di Arezzo, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), di Arezzo e il Comitato Provinciale di Udine della stessa ANVGD.
È stato Lorenzo Tanzini, presidente dell’Accademia Valdarnese del Poggio, ad aprire la serata. “Oggi parliamo di un tema poco trattato, come quello dell’esodo degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia – ha detto Tanzini – perché era difficile parlarne in Italia, perciò siamo lieti di ospitare la presentazione di questo libro per la cultura del territorio con un importante storico come Ivo Biagianti e l’autore Elio Varutti”.
Ha poi preso la parola Cristina Bucciarelli, vice sindaco del Comune di Montevarchi, intervenendo da remoto a causa di un lieve problema di salute. “Sono onorata di ospitare nel nostro Comune questo appuntamento culturale – ha detto Bucciarelli – per far conoscere e per ricordare un momento della seconda guerra mondiale e del dopoguerra nel Valdarno”. Poi è intervenuto Alberto Ricci, assessore all’Urbanistica, Attività produttive, Turismo, Agricoltura e ai Rapporti fra le Comunità del Comune di Laterina Pergine Valdarno, portando il saluto del suo sindaco Jacopo Tassini, assente per altri impegni istituzionali. L’assessore Ricci ha ribadito l’importanza di parlare di quel periodo storico e di quei fatti così oscurati per tanto tempo, citando la compianta sindaca Rosetta Roselli, che sin dal 1999 si impegnò per far emergere dal silenzio la vicenda del Campo di concentramento per prigionieri britannici n. 82 di Laterina, divenuto dal 1946 fino al 1963 un Centro raccolta profughi dell’esodo giuliano dalmata.
Molto significativo è stato l’intervento di Giorgio Valentini, già sindaco del Comune di Montevarchi. “È importante fare memoria senza pregiudizi, né rancori – ha detto Valentini – per tutte le sofferenze provate dai protagonisti del Campo di Laterina, inoltre è triste rilevare che la storia ha insegnato poco, vista l’attualità di odio, terrore e uccisioni di innocenti che osserviamo in varie parti del mondo”.
A seguire è intervenuto Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo, ringraziando gli organizzatori per l’importante incontro su tema dell’esodo giuliano dalmata. “In una delle baracche del Campo c’era la scuola elementare dal gennaio 1949 con maestri istriani e pure valdarnesi, come Giulietta Del Vita e Romano Alfieri, di Montevarchi, in aggiunta a Giuliana Stoppielli e Emilia Carmignani di Terranuova Bracciolini”.
Ausilio ha aggiunto che “dall’istituzione della legge sul Giorno del Ricordo è dato uno spazio dignitoso a questa parte della storia d’Italia anche dalle Amministrazioni locali della Toscana, con l’inaugurazione di sculture, cippi e targhe della memoria sui tragici fatti storici. In particolare ci piace accennare alla delibera, del 25 febbraio 2021, del Comune di Montevarchi per l’intitolazione di un toponimo al dottor Giuseppe Micheletti, insignito nel 1947 della medaglia d’argento al valor civile e della Grande medaglia d’Oro del Comune di Pola. Egli è ricordato per aver operato i feriti della strage di Vergarolla, per diverse ore consecutive. Era la domenica del 18 agosto 1946, nonostante fosse informato del tragico destino riguardante i suoi familiari deceduti e della morte dei suoi unici due figli, Carlo e Renzo, di 5 e 9 anni, Micheletti continuò il suo lavoro di medico. La gente si era recata sulla riva, inclusi tanti bambini, per la tradizionale gara natatoria di Pola, che allora si trovava ancora in territorio italiano, controllato dai britannici, seppur sotto l’espansionismo nazionalista del maresciallo Tito”.
C’è poi stato l’atteso commento dello storico Ivo Biagianti, che ha apprezzato “gli interventi e le attente riflessioni del presidente dell’Accademia Valdarnese del Poggio e degli amministratori locali”. Poi Biagianti ha ricordato il convegno e il libro “Al di là del filo spinato” del 1999, quando operava l’indimenticata sindaca Rosetta Roselli, volendo valorizzare il tema dei diritti dell’uomo in riferimento al Campo di Prigionia n. 82, divenuto poi Centro raccolta profughi fino al 1963. “L’Italia era un paese sconfitto dalla guerra – ha precisato Biagianti – per riprenderci è stato utile il piano Marshall e il libro che si presenta oggi è fondamentale perché considera l’aspetto umano delle vicende successive al secondo conflitto mondiale del Campo di Laterina”. Biagianti nella sua dotta esposizione ha citato la tragedia delle foibe, le operazioni della polizia segreta jugoslava e i vari attentati accaduti in Istria, come la strage di Vergarolla del 18 agosto 1946, quando Pola era un enclave italiana protetta dagli alleati. “La parte più nuova per la letteratura – ha concluso Biagianti – è il racconto della scuola elementare attivata dentro il Campo profughi per i bimbi dell’esodo, cioè i cuccioli, come li ha definiti Varutti, grazie ai registri dei maestri reperiti negli archivi consultati da Claudio Ausilio”.
La parola, infine, è stata data all’Autore che ha mostrato varie diapositive sullo schermo della sala riguardo al Campo profughi di Laterina. Elio Varutti, dopo aver portato il saluto di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, ha accennato alla grande collaborazione prestata da Claudio Ausilio per l’opera. “Si è scoperto che Montevarchi e Laterina ospitarono alcuni sfollati goriziani e trentini sin dalla Grande guerra – ha spiegato Varutti – poi nel 1941, sotto il fascismo, quello di Laterina è un Campo di concentramento per prigionieri inglesi, sudafricani e canadesi. Sottoalimentazione e scarsa igiene nelle baracche provocarono nei 2.500 prigionieri varie malattie debilitanti, come dissenteria e tifo. Nel 1943 il Campo divenne un reclusorio sotto la sorveglianza nazista con altre vittime. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1944, a cura della VIII Armata britannica, si trasformò fino al 1946 in un campo di concentramento per tedeschi e repubblicani della RSI catturati al Nord. Dal 1946 al 1963, per ben diciassette anni, funzionò come Campo profughi per italiani in fuga dall’Istria, Fiume e Dalmazia (per oltre 10 mila persone), terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Assieme ad altri fuoriusciti, questi italiani della patria perduta patirono il freddo e la fame. Tra i più anziani ci fu un alto tasso di suicidi. Fuggiti dall’Istria, Fiume e Dalmazia, molti di loro passarono per Udine, dal Centro smistamento profughi, attivo fino al 1960, che accolse oltre 100 mila individui. Poi furono destinati a Laterina, o a Napoli, a Chiari (BS), a Gaeta (LT) e in altre decine di Centri raccolta profughi sparsi per l’Italia. Dopo un primo periodo di cattiva accoglienza, si giunse alla completa integrazione sociale, mediante qualche matrimonio misto e, soprattutto, col lavoro, la fede religiosa e con l’assegnazione delle case popolari ai profughi”.
È seguito un costruttivo dibattito. “Sono istriano e ho le stimmate della sofferenza – ha detto Severino Bergamo, già ospite del Crp di Laterina – oggi vivo a Firenze e vorrei dire che con i nostri beni perduti sono stati pagati i danni di guerra alla Jugoslavia per tutti gli italiani, poi vorrei parlare del Campo di concentramento titino di Goli Otok, ossia dell’Isola Calva, dove morirono molti deportati dal regime jugoslavo, poiché contrari a Tito”. Un altro esule di Pola è intervento per precisare che “non mi sento di aver perso la patria, a dire il vero – ha detto Claudio Bronzin, vice presidente dell’ANVGD di Firenze, oltre che testimone oculare della strage di Vergarolla – perché mi sono stati sottratti dai titini la casa, la città, la gente che conoscevo, ma la patria ora è qui in Toscana”.
Tra i vari presenti in sala si sono notati Manlio Giadrossich, dell’ANVGD di Arezzo, Lucia Gasparini, nipote di esuli di Visignano d’Istria, oltre a Lorenzo Allegrucci, assessore all’Innovazione tecnologica del Comune di Montevarchi, a Luciano Rossetti, consigliere nel medesimo comune, a Romeo Romei, vice presidente dell’ANPI Valdarno e a Aldo Ferrucci, di Aska edizioni.
Al momento del firma-copie la signora Daniela Zatta, nipote del bersagliere Luigi Del Vita, nato a Montevarchi, trucidato diciannovenne dai titini ai primi di maggio 1945 nella caverna di Tolmino, provincia di Gorizia del Regno d’Italia, oggi Slovenia, ha comunicato commossa che andrà a ricevere la benemerenza in memoria dello zio nei primi mesi del 2024, grazie all’attività svolta da Laura Brussi Montani, dell’Associazione nazionale congiunti dei deportati dispersi in Jugoslavia.
Fonti orali – Le interviste sono state svolte da E. Varutti il 10.12.2023 a Montevarchi (AR).
– Claudio Bronzin, Pola 1935, esule a Firenze. – Severino Bergamo, Sanvincenti (Pola) 1940, esule a Firenze. – Daniela Zatta, nipote del bersagliere Luigi Del Vita, di Montevarchi, trucidato diciannovenne dai titini ai primi di maggio 1945 nella caverna di Tolmino (GO).
Cenni bibliografici – Ivo Biagianti (a cura di), Al di là del filo spinato. Prigionieri di guerra e profughi a Laterina (1940-1960), Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2000.
– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. In formato e-book dal 2022. Seconda edizione cartacea dal 2023.
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Progetto di Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo). Testi e Networking a cura di Gabriele Anelli Monti e Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Bruna Zuccolin, Claudio Ausilio e Bruno Bonetti. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine.
Copertina: Ivo Biagianti e Elio Varutti nella sala Biblioteca dell’Accademia Valdarnese del Poggio il 10 dicembre 2023. Fotografie di Daniela Conighi e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – I piano, c/o ACLI – 33100 Udine – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: ANVGD Udine – 14/12/2023