“Un riconoscimento che conferma l’impegno, la dedizione e la tenacia che caratterizzano l’attività e la vita di Giuliano Koten”. Così il Sindaco di Novara Alessandro Canelli commenta il conferimento, avvenuto venerdì 22 dicembre, del Collare d’Oro al merito sportivo a Koten, atleta simbolo dello sport paralimpico locale e nazionale.
“Giuliano ha dimostrato sempre grandi doti e capacità sia a livello sportivo che sociale – aggiunge il Sindaco – Oltre agli straordinari risultati conseguiti nel mondo dello sport paralimpico, ha sempre manifestato una profonda e importante attenzione alla nostra comunità con un impegno e una collaborazione instancabili verso i più fragili. Un riconoscimento, quello che arriva dal Coni, più che mai meritato”.
“Il Collare d’Oro – continua l’assessore allo Sport Ivan De Grandis – costituisce la massima onorificenza nell’ambito dello sport paralimpico. Il fatto che sarà consegnato a Giuliano Koten è la conferma di un lavoro impegnativo e costante che il Novarese ha messo in campo percorrendo un cammino difficile, ma ricco di successi. Un grande risultato che fa onore a tutta la città”.
Giuliano Koten, classe 1941, fiumano, arrivato al Campo Profughi di Novara nel Dopoguerra, è un assoluto punto di riferimento del Comitato italiano Paralimpico: prima atleta e poi grande dirigente dello sport novarese e nazionale. Insomma, un meritato premio alla carriera di uno dei giganti dello sport e della solidarietà.
Per Giuliano Koten ha ritirato il premio l’amica e già collaboratrice Tiziana Nasi, vice presidente del Cip nazionale, per anni al vertice del comitato piemontese. Poi ci sarà l’occasione per poterlo festeggiare in una cerimonia organizzata ad hoc a Novara
Fonte: Prima Novara – 22/12/2023
Intervista di Rosanna Turcinovich a Giuliano Koten, che nell’ambito delle Conferenze del Giovedì a cura del Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia racconta con semplicità e immediatezza i fatti salienti della sua straordinaria vita. Si tratta di un inno alla vita, che lo ha posto in una condizione che non avrebbe mai immaginato: sulla sedia a rotelle per gran parte della sua esistenza.
