26 ottobre 1954-2024: tra meno di 10 mesi si celebreranno i 70 anni del ritorno dell’Italia a Trieste, o meglio nella Zona A del mai costituito Territorio Libero di Trieste mutilata di alcune frazioni del Comune di Muggia passate alla Zona B, sulla quale l’amministrazione jugoslava da militare diventava civile per effetto del Memorandum di Londra.
L’inizio dell’amministrazione civile italiana nel capoluogo giuliano è stato visto come l’ultima pagina del Risorgimento italiano dallo storico e diplomatico Sergio Romano, mentre all’epoca fu considerata la felice conclusione di una questione lasciata in bilico dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 ed esacerbatasi nelle sanguinose giornate di inizio novembre 1953 in cui le manifestazioni per l’italianità furono represse nel sangue dalla polizia del Governo Militare Alleato. In realtà allora la Repubblica italiana conservò la sovranità sul lembo d’Istria su cui si esercitava l’amministrazione del regime comunista di Belgrado e c’erano margini di trattativa garantiti dal diritto internazionale per riaprire la questione: tutto si risolse con la rinuncia italiana sottoscritta con il Trattato di Osimo nel 1975.
Poche settimane fa i 70 anni da quelle vicende sono stati celebrati con una serie di manifestazioni, è allo studio la realizzazione di una fiction che ne parlerà al grande pubblico italiano, ma al momento non è ancora stata delineata una scaletta ufficiale per la commemorazione del 25 ottobre 1954.
In questo momento l’amministrazione comunale, le associazioni combattentistiche e d’arma, patriottiche e della diaspora adriatica sono impegnate nell’organizzazione degli eventi dell’imminente 10 Febbraio, che vedrà svolgersi come di consueto la solenne cerimonia presso il Monumento nazionale della Foiba di Basovizza. Assolto quest’impegno, l’attenzione sarà concentrata sull’importante settantennale.
Tra le varie sigle che si adopereranno sicuramente anche in questa circostanza sarà la Lega Nazionale di Trieste il fulcro della macchina organizzativa assieme al Comune, ma non mancherà l’apporto dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
«Trieste rappresenta la capitale morale dell’Esodo giuliano-dalmata – ricorda Renzo Codarin, Presidente nazionale e del Comitato provinciale dell’ANVGD – e la nostra comunità ha sempre guardato e continua a guardare con interesse e partecipazione ciò che attiene la storia e lo sviluppo del capoluogo giuliano. Saremo pertanto partecipi delle celebrazioni per il ritorno dell’Italia, ma faremo anche presente che in quell’occasione si consumò un’ulteriore ondata dell’Esodo, riguardante italiani (e non solo, anche sloveni e croati che mal avrebbero sopportato la dittatura comunista di Tito) dalla Zona B e dalle frazioni muggesane separate dalla Zona A. Nuovi esuli, altri beni abbandonati, ancora Centri Raccolta Profughi e ulteriori esigenze di collocamento anche lavorativo».
Lorenzo Salimbeni