Vi ha fatto riferimento pure Papa Francesco durante l’Angelus del primo gennaio, auspicando che il 2024 possa essere finalmente un anno di pace. La Marcia della Pace che si è svolta lo scorso 31 dicembre tra Gorizia e Nova Gorica è stata particolarmente significativa, non solo perchè le due città saranno nel 2025 Capitale Europea della Cultura.
Organizzata dal Punto Pace di Pax Christi di Gorizia insieme all’Arcidiocesi, alla Commissione Episcopale, all’Azione Cattolica Italiana, Caritas, Movimento dei Focolari in collaborazione con Agesci, Škofija Koper Dioecesis Iustinopolitana (Diocesi di Capodistria), Comuni di Gorizia e Nova Gorica, 8xmille Chiesa Cattolica e con il patrocinio della Regione FVG, contrariamente alle feste in piazza la marcia non si è fermata per la pioggia che ha iniziato anzi a cadere proprio durante i saluti dell’arcivescovo Carlo Maria Radaelli. [le testimonianze dei partecipanti nell’articolo de Il Goriziano Le voci, i volti, le emozioni della Marcia della Pace lungo tutto il confine di Gorizia]
Tra i temi sottolineati dall’arcivescovo anche le ferite subite nel Novecento dal Goriziano: «Il percorso che ci ha portato a celebrare l’Eucaristia in questa chiesa ha voluto quasi riassumere e raccogliere in un tragico abbraccio le esperienze di guerra e di violenza che hanno contrassegnato questa terra di confine», ha ribadito all’inizio rimarcando come «la nostra riflessione, la nostra preghiera sono andate al di là di questo territorio almeno nel nostro pensiero, a tante altre guerre e situazioni di conflitto che non abbiamo esplicitamente ricordato, ma che in qualche modo abbiamo voluto raccogliere in quel tragico abbraccio che citavo all’inizio». [«Attraversare i confini per fare la pace», le parole dell’arcivescovo a Nova Gorica]
Partendo da Oslavia per arrivare fino alla concattedrale del Divino Salvatore, la 56esima Marcia della Pace ha così coinvolto varie realtà per una due giorni dedicata non solo all’importante tema ma anche a varie proposte. Il 30 dicembre ha avuto luogo il Convegno “Costruttori di pace” per rilanciare la necessità di far diventare Gorizia e Nova Gorica, in un’unica realtà, non solo modello di convivenza ma anche cornice per creare i costruttori di pace, appunto, del futuro. Tornando alla marcia, quasi un migliaio i partecipanti, che sono partiti dall’Ossario di Oslavia per passare da Piuma, Straccis, Piazzutta, Piazza Vittoria, Piazza Transalpina/Trg Evrope per arrivare, appunto a Nova Gorica. La marcia ha effettuato varie soste per consentire lo svolgimento di alcuni interventi, tra cui quello di Silvester Gaberšček, etnologo e sociologo che prima di tracciare una storia degli incontri fatti per sollecitare la pace si è lasciato andare a dei ricordi personali sugli anni dell’infanzia nella Jugoslavia comunista in cui oltrepassare il confine a Gorizia o Trieste era quasi sinonimo di una libertà raggiunta. [La Marcia della Pace tocca Gorizia e Nova Gorica, quasi un migliaio in cammino]
In precedenza l’associazione Pax Christi aveva organizzato il 30 dicembre il consueto Convegno che accompagna la Marcia per la Pace: Pax Christi, insieme al Comitato per la pace di Nova Gorica e Gorizia, auspica che la città possa diventare un importante luogo di trattative per delegazioni di popoli in guerra. Il convegno Negoziare la pace ha perciò inteso parlare di pace in una terra, il Goriziano e nello specifico Gorizia, che da decenni lavora per risanare ferite aperte da oltre un secolo. [il resoconto dei lavori sulla testata online Il Goriziano: L’esempio di Gorizia e Nova Gorica per creare la pace, «ripartiamo dai giovani»] [LS]