Anche quest’anno a Udine si sono svolte le cerimonie per commemorare i 185 minatori morti nell’esplosione della miniera di Arsia, in Istria il 28 febbraio 1940, allora nel Regno d’Italia. Dopo la Santa Messa celebrata da padre Nicola dei Saveriani nella Chiesa del Cristo il 25 febbraio 2024, col sostegno del coro “Luigi Garzoni” di Adorgnano, frazione di Tricesimo (UD), c’è stato un corteo con autorità militati e civili fino all’area verde di via Melegnano dedicata, dal 2018, assieme ad un ulivo, proprio ai Caduti di Arsia. Nell’84° anniversario della tragedia istriana la banda di Mels di Colloredo di Monte Albano (UD) ha accompagnato la mesta cerimonia, poi ci sono stati i discorsi ufficiali e la posa della corona d’alloro con l’Inno di Mameli, la canzone del Piave e il silenzio.
“Le 185 vittime – ha detto Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia – sono state a lungo e colpevolmente dimenticate. Croati per gli italiani e italiani per i croati, quegli sfortunati minatori morti in uno dei peggiori disastri della storia mineraria hanno diritto alla Stella al merito del lavoro alla memoria” (come riferito dall’agenzia Ansa).
È stato detto che le commemorazioni come quella dei minatori morti ad Arsia, oggi in Croazia, servono a riflettere sulla sicurezza sul lavoro che ancora oggi rappresenta un’emergenza che deve essere al centro dell’agenda delle istituzioni. Un concetto ribadito anche dal console provinciale di Udine dei maestri del lavoro, Roberto Kodermatz: “I morti sul lavoro rappresentano una piaga che ogni giorno segna le nostre cronache. Scongiurare del tutto il rischio è impossibile, ma creare una cultura dell’attenzione e del rispetto delle norme è fondamentale nel mondo del lavoro e della nostra stessa esistenza civile” (Ansa).
C’erano molti labari alla commemorazione cui hanno presenziato varie autorità come Andrea Zini, assessore alla Pianificazione territoriale, Edilizia privata, Politiche abitative per l’Edilizia sociale e Protezione Civile del Comune di Udine. Poi c’erano Pietro De Frate, sindaco di San Giorgio di Nogaro (UD), Mariano Zufferli, sindaco di San Pietro al Natisone (UD), oltre e, Joshua Honeycutt, del Consiglio comunale di Aviano (PN).
Per il Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) hanno partecipato Rosalba Meneghini, delegato organizzativo del sodalizio, e il socio Giuseppe Capoluongo, in rappresentanza di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine.
Nota a margine – Sarebbero da ricordare tutti i caduti nella miniera di Arsia, non solo quelli del gravissimo incidente del 28 febbraio 1940. Si può aggiungere che fu proprio lo sfruttamento intensivo della miniera in periodo bellico a mettere in crisi la sicurezza dei lavoratori. Infatti, già prima del disastro del 28 febbraio, ci furono altri incidenti collettivi, di cui due particolarmente gravi nel 1937 e 1939 che causarono, rispettivamente, la morte di 13 e 7 operai (Giorgio Di Giuseppe, “Arsia, una tragedia ancora poco conosciuta”, on line dal 3 marzo 2015).
La miniera di Arsia /Raša, non si è accontentata di portarsi via la vita dei 185 minatori uccisi dall’esplosione del 28 febbraio 1940 quando apparteneva all’Italia. Divenuta jugoslava, tornò ad esplodere nel 1948, provocando la morte di almeno 92 minatori tedeschi prigionieri degli jugoslavi e costretti ai lavori forzati. Tra di essi c’era Josef B., di Coblenza, soldato tedesco della Wehrmacht fatto prigioniero, col suo reparto, dagli jugoslavi a Castelnuovo d’Istria, oggi Podgrad, il 3 maggio 1945 che non era presente al momento dello scoppio. Ne ha scritto, a pag. 46, Cristina Scala, nel suo Cuore di bambina a Fiume nell’anno 1947, Portogruaro (VE), [s.e.], 2018. Pare che sia l’unica fonte che menzioni i 92 minatori coatti tedeschi morti nel 1948. Anche questa tragedia mineraria fu messa a tacere dal regime di turno.
Fonte: ANVGD Udine – 27/02/2024
In occasione del ventennale della Legge n. 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo, il Circolo di cultura istroveneta “Istria” ha organizzato un incontro – tavola rotonda dedicato alla commemorazione dell’84.simo anniversario della sciagura mineraria dell’Arsia (28 febbraio 1940) alla Casa della Musica di Trieste.
“Si tratta di un tema quanto mai attuale – dice Ezio Giuricin, presidente del Circolo Istria – se guardiamo le cronache di questi giorni, con tanti martiri del lavoro, tanti incidenti sul lavoro, questo episodio, gravissimo, tragico del 28 febbraio 1940, in cui perirono 185 minatori ci riporta all’importanza non solo di ricordare un momento così tragico, che aveva sconvolto l’Istria e l’Italia a quell’epoca, ma anche quanto sia importante oggi fare qualcosa affinché queste morti sul lavoro non si ripetano più o possano essere limitate al massimo”. “Proprio oggi da questa tavola rotonda partirà, oltre alla commemorazione e al ricordo di questo episodio, purtroppo in parte dimenticato, anche un appello a fare qualcosa di concreto, affinché, anche attraverso Arsia e Marcinelle, si ricordino tutti i martiri del lavoro e si facciano delle politiche concrete per fare in modo che questi tragici eventi si ripetano”. [Radio Capodistria – 27/02/2024]
Videoconferenza a cura del Comitato provinciale di Venezia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e della Comunità degli Italiani di Albona realizzata il 26 febbraio 2024.