Estendere i benefici dello scudo fiscale agli esuli o ai loro eredi, proprietari di immobili o terreni situati nelle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia, oggi sotto la sovranità della Croazia. È questa la richiesta formulata con forza ieri da Renzo Codarin, presidente della Federazione degli esuli, da Lorenzo Rovis, esponente dell’Associazione delle comunità istriane, e da Renzo de’ Vidovich, per i Dalmati italiani nel mondo.
Il ragionamento è semplice. La Croazia non rientra nel novero dei Paesi dai quali la legge sullo scudo fiscale permette di effettuare la regolarizzazione per il rientro di capitali, beni immobili e attività illegalmente esportate prima del 31 dicembre del 2008. «In moltissimi casi – ha però spiegato de’ Vidovich – che possiamo stimare in qualche migliaio, esuli o eredi di esuli hanno potuto riacquistare case e terreni abbandonati e un tempo di proprietà della loro famiglia con diversi strumenti giuridici e finanziari. Oggi – ha aggiunto – a loro carico sorgerebbe lo stesso obbligo che grava su coloro che hanno illecitamente esportato i loro beni. Ma la loro situazione è diversa, perché gli esuli o i loro eredi non hanno esportato alcunché. Per questo motivo – ha concluso – chiediamo che sia estesa anche a loro l’agevolazione della legge sullo scudo fiscale».
Nel corso dell’appuntamento, Codarin e Rovis hanno annunciato con grande soddisfazione che «è finalmente iniziato, al ministero della Pubblica istruzione, l’iter che porterà all’inserimento nei libri di storia destinati alle scuole le vicende patite dagli esuli nell’immediato dopoguerra». Sul portale del ministero è già visibile una pagina dedicata all’evento, con rinvii ai siti più documentati.
Ugo Salvini