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24 dic – Torna il veto sloveno per la Croazia in UE

Slovenia e Croazia è pace fatta sui confini. Tutto risolto? La Croazia può proseguire spedita lungo la via che porta a Bruxelles? Niente affatto. Perché alcune riserve di Lubiana permangono e, di fatto, il veto resta aperto almeno fino al prossimo Consiglio dei ministri europeo che si terrà i primi di gennaio 2010 quando la presidenza dell’Ue sarà assunta dalla Spagna.

Delusione da parte croata, ovviamente, il cui ministro degli Esteri, Gordan Jandrokovic si è detto «triste» per il fatto «che non si possono ancora aprire nuovi capitoli di mediazione (la Croazia ha aperto 28 dei 33 capitoli di mediazione chiudendone finora 17 ndr.) per i quali la Croazia è già pronta a trattare». Si tratta dei punti inerenti al diritto di pesca, quello dell’ambiente, nonchè della sicurezza e della politica di difesa. Sui quali proprio Lubiana mantiene le proprie riserve. «Perché si è giunti a questo nuovo stop proprio non lo so spiegare – afferma ancora Jandrokovic – visto che non ho ricevuto ancora alcuna risposta ufficiale dalla Slovenia anche se delucidazioni in materia le abbiamo chieste già un anno fa». Jandrokovic ne ha brevemente parlato anche con il collega sloveno, Samuel Sborgar «ma non ho – specifica – ancora nessuna precisa risposta». «Io spero che Lubiana – conclude – chiarisca i suoi punti nebulosi entro la prima conferenza intergovernativa di gennaio». Circa lo sblocco è ottimista anche il ministro degli Esteri svevese Carl Bildt (fino al 31 dicembre è la Svezia presidente di turno dell’Ue ndr.) ma alla domanda se la Slovenia lo avesse puntualmente informato delle proprie riserve, Bildt risponde con un laconico: «No».

Milan Balazic, il portavoce del ministro degli Esteri sloveno, Samuel Zbogar spiega che le perplessità di Lubiana permangono già da lungo tempo e si concentrano soprattutto sul diritto di pesca. Blazic ha comunque spiegato che le riserve legate alla pesca e all’ambiente sono collegate al piccolo traffico di confine e alla cooperazione e alla cosiddetta Zona ecologico-ittica unilateralmente proclamata dalla Croazia in Adriatico. «Su questi temi dobbiamo trattare ancora – precisa il portavoce – per non avere futuri problemi nel settore della pesca e della Zona ecologico-ittica». Per quel che riguarda l’ecologia il tema riguarda la centrale nucleare di Krsko. «Ci sono – precisa – alcuni obblighi cui la Croazia deve ancora assolvere». Alla domanda se la Croazia fosse stata informata di tutto ciò, Balazic risponde che «non è possibile che non ne fosse a conoscenza visto che la Slovenia è già da un anno che li ha tirati in ballo». Precisa altresì che nessuno dei succitati argomenti riguarda la questione confinaria, ma il rispetto di accordi bilaterali. «È anche nel nostro interesse – conclude il portavoce – che la Croazia metta nero su bianco tutti questi punti e concluda entro il 2010 la sua mediazione con l’Ue perché il tutto è anche negli interessi della Slovenia visto che il processo è strettamente collegato a quello dell’arbitrato internazionale sui confini».

«Siamo entrati nella fase cruciale della mediazione», conferma il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt. Sotto la presidenza svedese dell’Ue la Croazia ha, infatti, chiuso i capitoli relativi alla libera circolazione delle merci, alla politica sociale e all’occupazione. «Se la Croazia darà un colpo di acceleratore sono sicuro che ben presto – conclude Bildt – potremo accogliere la Croazia nella grande famiglia europea». Sotto la presidenza svedese la Croazia ha aperto sei capitoli e ne ha chiusi dieci. «Siamo oltre la metà del lavoro», precisa ancora il responsabile della diplomazia croata, Jandrokovic. «Sono convinto che tutti i capitoli potranno essere chiusi già entro la metà del 2010 – spiega il ministro degli Esteri della Croazia – in modo da poter sottoscrivere l’ingresso ufficiale entro la fine del 2010». Restano però alcuni grossi nodi da sciogliere, a parte le divergenze slovene, che sono la riforma del sistema giudiziario, il tema della concorrenza e della privatizzazione dei cantieri.

Mauro manzin su Il Picccolo del 24 dicembre 2009

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