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27 dic – Beni Esuli: cause vinte ma lo Stato non paga

«Ottenere sentenze favorevoli non è difficile, il vero scoglio è far sì che i risarcimenti stabiliti dai giudici vengano effettivamente pagati dallo Stato».

All’indomani della pronuncia del Tribunale di Venezia, che ha accolto il ricorso degli eredi Giacinto Mattiazzi fissando un indennizzo di 950 mila euro per una serie di beni confiscati a Sebenico, gli esponenti del mondo degli esuli invitano alla prudenza e smorzano i facili entusiasmi. «Farsi illusioni dopo la sentenza di Venezia sarebbe sbagliato – spiega l’avvocato Paolo Sardos Albertini -. Sicuramente rappresenta un risultato positivo che va nella direzione da noi caldeggiata, e cioè che gli indennizzi siano dei veri risarcimenti e non delle elemosine come avvenuto finora. Tuttavia, conoscendo bene il sistema politico-giuridico italiano, penso che difficilmente tale sentenza potrà avere un seguito. Se lo stesso criterio venisse infatti applicato a un numero consistente di casi, lo Stato si troverebbe a pagare una cifra esorbitante e il governo metterebbe in atto qualche meccanismo di difesa per stoppare i risarcimenti».

Contromisure, ricordano i rappresentanti degli esuli, già sperimentate in passato. «Un anno fa abbiamo seguito un caso simile a quello dei Mattiazzi, sollevato davanti al Tribunale di Verona – osserva Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani -. Anche lì il ricorso si era concluso con una sentenza favorevole e la previsione di un maxi risarcimento. Pochi mesi più tardi, però, l’indennizzo è stato bloccato dal varo di una nuova legge. Il governo ha stabilito che, in caso di difficoltà economiche, lo Stato possa dilazionare il versamento e pagare anche dopo trent’anni».

Rischi che pochi possono permettersi di correre. «La stragrande maggioranza degli esuli non possono sostenere cause costosissime per poi veder sfumare gli indennizzi fissati dai Tribunali – aggiunge Renzo Codarin, vicepresidente dell’Anvgd -. Per loro l’unica soluzione possibile è quella politica. Non dimentichiamo poi che il recente episodio veneziano rappresenta solo un’eccezione e non la regola: il vero precedente l’avrebbe dato un risarcimento milionario per proprietà sequestrate in terreni inseriti nell’ex zona B». «Purtroppo – gli fa eco Lorenzo Rovis, presidente dell’Assemblea delle comunità istriane -, credo che quella innescata dal Tribunale di Venezia rappresenti solo una vittoria per i grandi proprietari. È a loro che la legge 137 riconosce i più alti coefficienti previsti per la rivalutazione degli immobili confiscati. I piccoli, invece, si devono accontare di differenziali molto più bassi».

(m.r. su Il Piccolo del 27 dicembre 2009)

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