I loro ranghi si vanno assottigliando per motivi anagrafici, le adesioni di simpatizzanti compensano e mantengono in prima linea questo raggruppamento di Alpini. Spetta a loro d’altro canto aprire la sfilata che conclude l’adunata annuale dell’Associazione Nazionale Alpini, la cui 95a edizione si è volta la scorsa settimana a Vicenza. Sono formalmente affiliati come Gruppi alla Sezione ANA di Venezia in nome del legame che ha unito per secoli la Serenissima con le loro terre di origine. I Gruppi Alpini di Pola, Fiume e Zara sono motivo d’orgoglio sia per l’associazione combattentistica che per il mondo dell’esodo giuliano-dalmata.
«L’adunata di Vicenza è andata ancora meglio di quella dell’anno scorso a Udine – commenta Franco Pizzini, capogruppo fiumano – soprattutto perché abbiamo sfilato col sole e non sotto la pioggia. Nel nostro ambiente di sezioni profughe registriamo con piacere l’adesione di nuovi simpatizzanti ed abbiamo trovato una perfetta armonia nell’organizzazione delle nostre attività e nella partecipazione all’adunata nazionale» Tra i “nuovi acquisti” Pizzini è lieto di segnalare Roberto Manea: «Oltre ad incarnare perfettamente i valori dell’Alpino e ad essere uno dei punti di riferimento del nostro gruppo, è un discendente di Antonio Gottardo, fedelissimo granatiere del seguito di Gabriele d’Annunzio a Fiume. Quando durante il Natale di Sangue la nave Andrea Doria prese a cannonate il palazzo del governatore, il Comandante rimase leggermente ferito, morì invece Gottardo, che si trovava nella stanza a fianco: aveva sposato una fiumana di origine ungherese ed era diventato padre da pochi giorni».
È molto soddisfatto per come si è svolta l’adunata pure Aldo Duiella, che è consigliere nazionale ANA nonché capogruppo delle penne nere dalmate: «Alla tradizionale Messa che svolgiamo il sabato per onorare i nostri caduti e defunti, c’erano non solo molti gagliardetti di Gruppi e Sezioni che hanno preso a cuore la nostra storia, ma anche una rappresentanza del Comitato di Vicenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Il giorno dopo mentre sfilavamo abbiamo visto molti di loro sventolare nel pubblico le nostre bandiere e salutarci con particolare calore».
La funzione religiosa si è svolta presso la Chiesa di Santa Maria dei Servi e, come da tradizione, gli Alpini dell’Adriatico orientale hanno lasciato in ricordo una copia dell’icona del Don: l’originale si trova nella Chiesa dei Cappuccini di Mestre ed è stata portata in Italia da un alpino in licenza durante la Campagna di Russia della Seconda Guerra Mondiale. Ritrovata nelle macerie di un villaggio, è poi diventata la protettrice degli Alpini, che ogni anno svolgono una cerimonia in suo onore.
L’entusiasmo per l’ottima riuscita dell’evento è evidente anche nel comunicato conclusivo dell’ANA:
Una edizione straordinaria, da record. Per lo splendore storico e architettonico della città, per l’accoglienza della gente, per il caldo sole primaverile e, soprattutto, per l’imponenza della sfilata, che si è protratta per tredici ore, dalle 9 del mattino fino a sera inoltrata, tanto che l’Ammainabandiera è giunto dopo le 22.30. E poiché i ritmi di sfilata sono noti e gli alpini sfilano ordinati in file di nove, a conteggi fatti non è certo troppo lontana dalla realtà la cifra di centomila penne nere che sono passate davanti alla tribuna d’onore in viale Roma, a Vicenza. La 95ª Adunata dell’Associazione Nazionale Alpini va quindi in archivio tra le edizioni record della manifestazione.
Lorenzo Salimbeni