Nata a Traù, in Dalmazia, autentico scrigno d’arte rinascimentale, luogo di bellezza incomparabile, Mila Schön (nata Nutrizio, sorella del giornalista Nino, storico direttore de “La Notte” di Milano) venne costretta a fuggire con la famiglia all’età di tre anni a causa di un attentato anti-italiano alla farmacia del padre.
Il fatto è ricordato nel servizio dedicato da “Io Donna”, supplemento illustrato del “Corriere della Sera” del 16 gennaio 2010 a firma di Giusi Ferré, che segnala la
mostra dedicata alla grande stilista dalla città di Trieste (Mila e la notte, Salone degli Incanti, fino al 18 aprile).
«Senza campagne pubblicitarie e testimonial a contratto – scrive tra l’altro la giornalista Giusi Ferré – Mila Schön fu una delle prime stiliste a diventare famosa in tutto il mondo, per l’eleganza e l’originalità della sua moda».
L’episodio rievocato nel servizio del “Corriere” si inserisce nel clima di forte tensione tra nazionalità e creatosi al termine della prima guerra mondiale in Dalmazia, negata all’Italia dal Trattato di Versailles. La cessione della regione al regno jugoslavo determinò il primo, massiccio esodo dei dalmati italiani verso la madrepatria: tra questi, la piccola profuga Mila, approdata a Milano dalla nativa Traù per diventare il simbolo dello stile italiano.
