di ANDREA MARSANICH
FIUME Fedeli sentinelle del mare Adriatico, strutture indispensabili alla navigazione sicura nelle acque del suo versante orientale, care alla vista e ai sentimenti di generazioni di marittimi e diportisti. Tutte hanno più di 100 anni di vita e sono state inserite nel registro dei beni culturali d’importanza nazionale. Parliamo dei 48 fari posizionati sulla costa che va da Salvore, in Istria, a Ragusavecchia (Cavtat) in Dalmazia, monumenti di una bellezza unica, che però sovente non viene valorizzata, né tutelata dalle competenti autorità croate. L’antipatico trend sta però per cambiare, cedendo il passo ad una politica di salvaguardia, che dovrebbe riportare i fari all’ antico splendore.
L’azienda pubblica Plovput di Spalato, preposta alla gestione e manutenzione dei fari adriatici, ha redatto un piano di recupero che riguarda gli impianti messi peggio, 31 per la precisione, che saranno dati in concessione, con l’obbligo di restaurarne gli interni. «La situazione in alcuni fari è quasi catastrofica – ammette Mato Perisic, direttore della Plovput – alcuni di essi non hanno beneficiato di investimenti da almeno 100 e più anni. Abbiamo così deciso di prontare un piano di recupero, che il governo della premier Jadranka Kosor ha approvato».
Secondo il programma di risanamento, i fari che hanno bisogno di restauro per centinaia di migliaia di euro, saranno dati in concessione per un periodo massimo di 10 anni. In questo lasso di tempo, i concessionari avranno l’obbligo di mettere a posto gli interni. All’uopo, sono già state stilate le documentazioni progettuali, che riguarderanno 31 fari. Gli istituti locali per la Conservazione dei monumenti hanno dato il benestare ai progetti ideali e a quelli attuativi. «Nel 2010 daremo in concessione 14 fari – prosegue Perisic – e voglio subito sottolineare che la concessione potrà riguardare esclusivamente persone fisiche e giuridiche residenti in Croazia». Niente porta in faccia agli stranieri dunque, a patto però che abbiano la residenza in Croazia. Tra i primi fari ad essere sottoposti a concessione per un decennio, saranno quelli di Veruda e Marlera, in Istria, e di Strasica, nelle vicinanze di Segna. Gli impianti in condizioni dignitose, e che da anni vengono dati in affitto per suggestive vacanze alla
Robinson Crusoé, potranno pure essere oggetto di concessione, ma per un periodo dimezzato, di 5 anni. «Il nostro piano è di avere entro il 2020 tutti e 48 i fari rimessi a posto – ha concluso Perisic – ciò costituirà un vantaggio enorme per il patrimonio storico – culturale del Paese e inoltre potremo avere a disposizione destinazioni turistiche di sicuro richiamo, che daranno ulteriore impulso all’industria ricettiva nazionale».
È dal 2001 che i fari istriani, quarnerini e dalmati vengono dati in affitto alle persone che cercano di fuggire da vacanze stress, preferendo soggiorni in beata solitudine, con il silenzio interrotto soltanto dalle grida dei gabbiani e dalle onde che si infrangono sugli scogli. L’iniziativa ha puntualmente successo ogni anno che passa e riguarda 11 fari (per un totale di 21 appartamenti): sono quelli di Salvore, Zub, San Giovanni in Pelago, Porer, Punte Bianche, San Pietro, Struga, Pelagosa, Prisnjak, Cazza e Sant’Andrea. Il Matusalemme dei fari è quello di Salvore, in Istria, costruito quasi due secoli fa, nel 1818. Da aggiungere che per le vacanze di Natale e Capodanno, c’è stato un eccezionale interesse verso i fari dell’Istria, che hanno presentato il tutto esaurito. Nel mirino dei vacanzieri soprattutto i fari di San Giovanni in Pelago, Porer e Salvore.