La manifestazione “Nei colori della tradizione – la festa della trebbiatura”, attira ogni anno a Verteneglio un gran numero di curiosi e turisti. Così è stato anche lo scorso fine settimana, quando l’itinerario degli attrezzi e degli antichi mestieri ha permesso ai visitatori di ammirare strumenti storici utilizzati durante la mietitura e la trebbiatura, dando loro la possibilità di comprendere meglio le tecniche e la vita quotidiana dei contadini di un tempo. Questo percorso è stato affiancato da quello dei sapori, dove si potevano degustare pietanze e prodotti legati esclusivamente alla tradizione contadina del periodo della mietitura. I visitatori hanno potuto assaporare il gusto genuino dei cibi preparati secondo le ricette di una volta, vivendo momenti dall’atmosfera unica e suggestiva. Uno dei momenti clou della manifestazione è stata la rievocazione storica della trebbiatura, che ha permesso ai presenti di fare un tuffo nel passato, ricordando i giorni di fatica nei campi, ma anche di festa per i frutti della terra. Questo evento ha saputo coniugare tradizione e intrattenimento, offrendo uno spettacolo evocativo e istruttivo.
Tutto ha avuto inizio con il grande spettacolo della battitura manuale e della trebbiatura di ben 800 chilogrammi di grano, fatta per l’occasione con un macchinario originale del 1938, senza far mancare un “contorno” di folclore, tradizioni, ballo, musica, vestiti tradizionali e l’evocazione, lungo tutte le strade della località, della celebrazione del raccolto e dei mestieri che costituivano la vita quotidiana di Verteneglio. Passeggiando per le vie del paese si è potuto incontrare il falegname, il fabbricante di materassi, quello di cesti in vimini, lo scalpellino, il bottaio, il fabbro e altri.
Spazio ai connazionali di Villanova
Particolarmente apprezzata è stata l’animazione curata dalla Comunità degli Italiani di Villanova, che ha deliziato i visitatori con la preparazione di dolci secondo antiche ricette e tradizioni. Questi dolci sono stati realizzati sul posto, sotto gli occhi curiosi dei presenti, che hanno potuto così assistere a un’autentica lezione di cucina tradizionale per poi assaggiare le prelibatezze. Accanto a questa “dolce” esperienza, gli uomini del sodalizio si sono dedicati al gioco delle carte, in particolare alla briscola, creando un’atmosfera conviviale e rilassata. Il gruppo folcloristico della CI villanovese ha inoltre arricchito la serata con un repertorio musicale di canzoni tradizionali, accompagnato dalla fisarmonica di Sandro Bratović e dalla cornetta di Aldo Zubin. La loro musica ha mantenuto viva l’energia della festa, con i partecipanti seduti in cerchio sulle balle di fieno, creando una scena che sembrava uscita da un quadro d’altri tempi.
Diverse le specialità in offerta pure per gli amanti del vino, del miele, del prosciutto, delle salsicce, della pancetta, della frutta, della verdura e dei funghi, con la preparazione del “calderone di funghi” da parte della locale Società micologica “Boletus”. I “tempi passati” sono impensabili senza il divertimento, la socialità, i balli e l’eco della musica e dei canti per le vie del paese. Non sono mancati quindi i giochi d’altri tempi e la messa in scena di antiche usanze e mestieri.
La manifestazione è nata una quindicina di anni fa su proposta di Željko Ružić, oggi presidente del Consiglio comunale che, con il desiderio di mostrare ai giovani di oggi come si lavorava un tempo. Dopo averne parlato con Ezio Radin, proprietario della storica trebbiatrice, è bastato poco per dare inizio a un evento che è diventato tradizionale e che suscita un continuo aumento d’interesse. Per mettere in moto gli ingranaggi in legno, i promotori avevano usato un trattore, che oggi festeggerebbe più di 100 anni, ma purtroppo non è più in funzione.
Michelle Babić, direttrice dell’Ente turistico locale e il sindaco Neš Sinožić, hanno in più occasioni rilevato come di anno in anno l’evento si arricchisce con ulteriori contenuti, incontrando i favori del pubblico. A dare un contributo importante alla manifestazione è Antonio Radin, noto come il più grande allevatore di asini istriani (mussi) dell’Istria. Attualmente possiede una settantina di asini e altrettanti capi di pecore, una ventina di mucche, il manzo istriano (boscarin) e qualche cavallo. Come negli anni precedenti, anche quest’anno ha fatto sfilare per le vie del borgo alcuni dei suoi bellissimi capi.
All’evento, organizzato dal Comune e dall’Ente turistico locale, la popolazione più anziana ha potuto rivivere i ricordi nostalgici, mentre quella più giovane ha avuto l’occasione di conoscere un mondo diverso, con un fascino particolare, che oggi non esiste più. La manifestazione si è confermata così un appuntamento imperdibile per chi desidera riscoprire e vivere le tradizioni contadine, in un contesto festoso e autentico, che unisce storia, cultura e sapori in un’esperienza indimenticabile.
Erika Barnaba
Fonte: La Voce del Popolo – 09/07/2024