Ricordi sparsi di Nicolò Zupcich, esule da Zara

Passò vari anni nei campi di concentramento jugoslavi di Tito dopo il 1945. Quando lo buttarono fuori, l’Italia matrigna lo relegò nei campi profughi istriani, fiumani e dalmati. Il suo nome era Nicolò Zupcich, detto Ciccio. Nacque a Zara il 5 dicembre 1928 e morì a Roma nel 2022. Di mestiere fu il custode presso i Musei vaticani della Città del Vaticano.

Affidò le sue poche parole, in un vivace dialetto zaratino, al profilo di Facebook, probabilmente aiutato da un nipote. Certi esuli lo conobbero così, nel web. È da lì che si sono rintracciate le informazioni su una parte della sua tribolata biografia dal dopoguerra agli anni ‘50, che qui si propone, sperando di non fare errori.

Riguardo al Centro smistamento profughi di Udine (Csp), sotto una fotografia della struttura stessa in Facebook, il giorno 8 febbraio 2017, scrisse: “Madre e fradei in stanza in sto campo, i me gà contà in un altro [campo] a Roma Centocelle, ex caserma. Maledetta guerra”. In quel periodo lui probabilmente era incarcerato dai titini, ma il Csp di Udine lo conosceva bene.

Finì nella prigione serba di Sremska Mitrovica, a 35 km da Belgrado. Con una certa macabra ironia scrisse il 1° aprile 2019 di aver: “passato 4 anni in questo bellissimo albergo. Una cosa xe vera non se pol dimenticar mai, qua eravamo 4 o 5 mila detenuti, ogni stanza 200, dico 200!”. Si sa che nel 1962 c’erano ancora 36 italiani reclusi nella prigione di Sremska Mitrovica (Ballarini A, Sobolevski M 2002 : 88). In tali carceri c’era un po’ di tutto: cominformisti e stalinisti del 1948, forse fascisti del 1945, forse solo italiani e basta. Fin qui le parole di Ballarini e Sobolevski.

Poi Zupcich fu incarcerato a Zagabria. “Sotto Tito mi portavano nelle piazze di Zagabria e la gente mi guardava” ha scritto in un post del 27 agosto 2019. Quando Tito comandava era d’uso far sfilare in piazza i cosiddetti “nemici del popolo” per galvanizzare le masse ed acquisire maggior consenso politico. Si sa che passò in un altro gulag con il post del 4 dicembre 2019, riferito al controverso cardinale croato Alojzije Viktor Stepinac. Di lui Zupcich scrisse: “io e lui di mattina soli a passeggiare nel penitenziario di Lepoglava”. Durante il dominio comunista in Jugoslavia, la galera di Lepoglava, nei pressi di Varasdino (croato: Varaždin), fu una delle principali prigioni politiche per gli oppositori, gli stalinisti e i deviazionisti del paese. Si ricorda che Antonio Cattalini, classe 1895, il padre dell’ingegnere Silvio Cattalini (Zara 1927-Udine 2017) pure fu arrestato e imprigionato dai titini per tre lunghi anni di lavori forzati “per collaborazionismo coi tedeschi – spiegò Silvio Cattalini – ma i tedeschi a Zara se non se lavorava per lori i te copava subito, tocava armarghe le navi”. Antonio Cattalini fu in cella a Lepoglava, vecchio carcere asburgico, proprio col Monsignore Alojzije Viktor Stepinac. Silvio Cattalini fu presidente dell’ANVGD a Udine dal 1972 al 2017.

L’ultimo messaggio che si riporta è stentoreo: “Gò passà 7 presoni e 2 penitenziari”. Tradotto: “Ho passato sette prigioni e due penitenziari”. Così nel post del 27 marzo 2021. Nicolò Zupcich si spense a Roma nel 2022.

Nicolò Zupcich con bandiera istriana a una cerimonia negli anni Ottanta. Collezione Nicolò Zupcich

Altre prigioni titine per rinchiudere gli italiani sono state segnalate a Maribor, dove funzionava un carcere minorile. Tra i campi di concentramento jugoslavi c’era quello bestiale di Vršac, in Vojvodina (Varutti E 2022). Poi, come ha scritto Raoul Pupo, è da ricordare che nell’ottobre 1945 c’erano oltre 17 mila italiani nelle gattabuie comuniste jugoslave (Pupo R 2022 : 221 : da qui in poi si cita solo la pagina del medesimo volume). C’erano i gulag titini a Borovnica (210), Skofja Loka (219), Lubiana (226), Novo Mesto e Kočevje (223). Oppure c’erano le fosse comuni di Aidussina (223), le fucilazioni e gli infoibamenti di Basovizza (222, 246). L’OZNA, il servizio segreto titino, considerava 15 mila italiani di Trieste “traditori del popolo”, come altri eventuali oppositori da eliminare (238). E pensare che i dirigenti comunisti sloveni, nel 1944, si premuravano di realizzare un “pulire in dimensione limitata che non risulti un uccidersi reciproco” (242).

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Fonti orali e digitali – Silvio Cattalini, detto Silvano (Zara 1927-Udine 2017), intervista a Udine del 18 dicembre 2016 di Elio Varutti. – Nicolò Zupcich, detto Ciccio (Zara 5 dicembre 1928-Roma 2022), custode presso i Musei vaticani della Città del Vaticano, post in Facebook in date varie.

Cenni bibliografici e del web

– Amleto Ballarini E Mihael Sobolevski (a cura di), Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939-1947) / Zrtve talijanske nacionalnosti u rijeci i okolici (1939.-1947.), Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Roma, 2002.

– Raoul Pupo, Trieste ’45. Dalla risiera alle foibe (prima edizione: Bari-Roma 2010), Milano, RCS Media Group, 2022.

– Elio Varutti, Tenente Raffaele Covatta nel gulag titino di Vršac, in Vojvodina, 1945-’47. La lista dei reclusi, on line dal 12 aprile 2022 su  evarutti.wixsite.com

Progetto e ricerche di Elio Varutti, Docente di “Sociologia del ricordo. Esodo giuliano dalmata” all’Università della Terza Età (UTE) di Udine e nel Comitato Esecutivo dell’ANVGD Udine. Networking di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Franca Balliana Serrentino, assessore alle Attività promozionali del Libero Comune di Zara in Esilio, Bruno Stipcevich (nato a Zara), Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), Sergio Satti, Bruno Bonetti (con avi di Zara e Spalato e della Brazza) e la professoressa Annalisa Vucusa (ANVGD Udine). Aderisce il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Copertina: Nicolò Zupcich a Roma, nel 2019. Immagini della Collezione Nicolò Zupcich. Altre fotografie da collezioni citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Fonte: Elio Varutti – 16/07/2024

 

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