Fertilia e il suo territorio: sospesi tra storia e futuro

“Rinarrare Fertilia come centro per la rigenerazione del tessuto urbano e il suo tessuto territoriale”: parte con questo presupposto la tre giorni di  “Fertilia Città di Fondazione”, che ha ospitato nella mattina della giornata inaugurale  il convegno “ Fertilia e il territorio, strumenti, prospettive e innovazione”.

Dopo i saluti della presidente del  Centro Naturale Commerciale Anna Sigurani, di Don Angelo Cocco (ex parroco di Fertilia) e dell’Assessore all’urbanistica del comune di Alghero Roberto Corbia, il presidente del Comitato di Quartiere Luca Rondoni ha introdotto la tematica oggetto del convegno, rimarcando la volontà di costruire un dialogo importante con la politica  locale e regionale, cercando la collaborazione attiva dei cittadini: «L’obiettivo – spiega Rondoni – è uscire da un progetto calato dall’alto creando il luogo dove vogliamo vivere, restare e costruire il futuro dei nostri figli».

Il Professor Vanni Macciocco, responsabile del progetto di ricerca promosso dall’Università di Sassari, ha poi spiegato l’indirizzo dei lavori e gli obiettivi della nuova narrazione del progetto di riqualificazione: «Fertilia non può essere considerata solo un quartiere di Alghero, è un territorio di grande qualità ambientale, con una propria autonomia e centralità. Uno degli aspetti antropologici da considerare è la comunità che dev’essere coinvolta nel progetto, non una semplice valutazione di ciò che si fa, ma un coinvolgimento realizzativo che richiede la formazione di noi tutti. Un progetto che affonda le radici nella storia, che narra di nuovo la città di Fertilia».

Con il gruppo di ricerca sono stati elaborati alcuni scenari per il futuro di Fertilia, una città ambientale  che ha come centro la laguna del Calich e il cordone dunale di Maria Pia. Fertilia è un territorio infrastrutturato, il territorio della bonifica necessita di un importante investimento umano ed economico. La colonizzazione degli anni Trenta del secolo scorso è stata una grande opera che oggi ci permette di ipotizzare grandi scenari figli di una ricerca storica atta a sviluppare una nuova narrativa. Fertilia ha una storia umana e sociale che, nonostante sia una storia recente, si basa su un’organizzazione strutturale che merita di essere approfondita e sviluppata. Quelli pensati su Fertilia non saranno semplici interventi che ripercorrono il progetto urbanistico originario; ciò che Fertilia vuole attualmente non è un compiacimento del suo tessuto urbanistico ma essere il centro di questo territorio.

«Alghero e Fertilia sono due centri un po’ anomali:  la città catalana è un isola linguistica con una sua identità, mentre Fertilia si candida ad essere centralità distaccata da Alghero – prosegue il professor  Macciocco – Centralità che le appartiene anche come territorio, basti pensare alla laguna, al  Calich, a Maria Pia che la collega ad Alghero, all’inserimento nel contesto naturale del Parco di Porto Conte». Dal punto di vista progettuale sono state indicate le strategie che conferiscono la centralità: si può pensare a Fertilia come luogo dove collocare  non servizi di prossimità ma funzioni  specifiche, che possono arrivare ad esempio dall’Università stessa o da finanziamenti esterni al comune di Alghero.

La dottoressa Costanza Lanzara, antropologa dell’Università di Firenze: «Come comunità è una grande chance, è un progetto in divenire: anche questo tipo di eventi, devono essere creati a partire da coloro che si aprono a questa offerta, è Fertilia che deve eventualmente riconoscersi come centro universitario , ed è necessario che si ragioni come investire da un punto di vista dell’ accoglienza e dell’ ospitalità».

Fertilia che si riconosce come città dell’accoglienza , potrebbe continuare ad accogliere diverse culture e ad arricchirsi di nuove esperienze. E sul concetto di centralità si è discusso nel dibattito del pomeriggio dove si sono approfondite le caratteristiche degli strumenti già esistenti e ipotizzati gli scenari virtuosi in grado  di modificare la realtà urbana e socio-economica.

«Attivare un progetto di questo tipo – spiega il professor Antonello Marotta, che fa parte del gruppo di ricerca – significa riattivare la memoria che ha il dovere di interrogarsi e di mettersi al centro per ripensare una spazialità generatrice. Abbiamo la possibilità di lavorare in un territorio straordinario, memore di testimonianze urbane antiche che arrivano addirittura dal neolitico. Non è un ragionamento nostalgico, ma al contrario necessario alla rigenerazione di Fertilia e alla riattivazione delle economie».

«Questa grande pianura, che ha nella città di Fertilia un nodo focale, – spiega poi l’Assessore all’urbanistica di Alghero Roberto Corbia – è dotata di un sistema policentrico di borgate che devono trovare una nuova funzionalità. È un grande spazio che può dare quel respiro alla città di Alghero che in alcuni periodi dell’anno soffre una pressione insostenibile. Fertilia e Alghero hanno una storia troppo importante per poterle disconnettere, ma sono realtà diverse che possono coesistere.  Fertilia è la porta d’accesso al Parco di Porto Conte, è un luogo importantissimo sotto il profilo agricolo, ha una funzione di conurbazione straordinaria tra l’urbe e la zona di pregio naturalistica. Lo sforzo che l’amministrazione di Alghero deve fare consiste in un’operazione di revamping, ossia rinnovamento, per ripulire dall’obsolescenza questo luogo magico e vederlo in un’ottica di città metropolitana».

La chiusura del convegno è stata affidata al professor Francesco Spanedda, Assessore all’urbanistica della Regione Sardegna, il quale ha evidenziato: «Esiste un’idea di conservazione, ma il contesto ambientale non sta fermo, tutto quello che vediamo di Fertilia oggi tra cinquant’anni non ci sarà più. Dobbiamo pensare di costruire  e sforzarci di  progettare nel futuro, cercando di stare al passo con l’evoluzione ambientale  e costruire scenari che favoriscono le future prospettive».

 

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