Fertilia all’incrocio tra Sardegna, Istria e Veneto

Fertilia è storia e urbanistica; Fertilia è Sardegna e Istria; Fertilia è Veneto e Ferrara: una piccola città di fondazione parte dalla sua storia di accoglienza, resilienza e rinascita per ripensarsi e rilanciarsi e lo fa con tre giorni di convegni, momenti folcloristici, presentazioni di libri e documentari che raccontano le sue origini.

Un grande evento promosso dalla rete di associazioni che operano in questa borgata, tra cui il Comitato provinciale di Sassari-Fertilia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, e che alla fine della prima giornata di lavori ha dedicato ampio spazio alla rete di contatti e di collegamenti che sono riemersi grazie al lavoro appassionato di un gruppo di lavoro che ha in Mauro Manca (Presidente dell’ANVGD locale) il suo punto di riferimento.

Ornella Piras, Assessore comunale al Turismo, ha rilevato che «Alghero non è soltanto turismo, è anche storia che si concretizza nell’esempio virtuoso di Fertilia, una frazione del nostro Comune che dimostra quotidianamente la sua voglia di partecipare»

La sua collega di Giunta con delega alla Cultura, Raffaella Sanna, ha proseguito rilevando l’impegno dell’amministrazione comunale da poco entrata in carica a lavorare per il recupero e la riqualificazione dei tanti centri storici che compongono il tessuto urbano algherese, Fertilia in primis.

Il Senatore Ettore Licheri ha portato un messaggio di saluto da parte della Presidente della Sardegna Alessandra Todde, la quale ripercorrendo la storia di Fertilia ne ha tratto la dimostrazione che «le diversità sono una forza». Il Vicepresidente della Commissione Esteri del Senato ha quindi ricordato il lungo e colpevole oblio che ha avvolto per decenni le tragedie delle foibe e dell’esodo, di cui non si è persa memoria grazie all’impegno delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati: «Adesso che questa storia è finalmente conosciuta dobbiamo proseguire nel percorso di integrazione tra Italia, Slovenia e Croazia»

A rappresentare la Regione Istriana è intervenuta Jessica Acquavita, vicepresidente in quota Comunità Nazionale Italiana: «Nei suoi 30 anni di vita da poco celebrati, questa Regione ha compreso l’importanza della comunità italiana autoctona, avviando un percorso di valorizzazione di lingue, culture e dialetti sparsi su una penisola proiettata nell’Adriatico, un mare che unisce». La Acquavita ha quindi elogiato la Legge Beggiato della Regione Veneto per la salvaguardia del patrimonio veneziano (anche) in Istria: «un esempio di sostegno transfrontaliero arrivato prima di tanti progetti InterReg»

E la Regione Veneto era autorevolmente presente con Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale: «Qui a Fertilia la cultura veneta e quella giuliano-dalmata si fondono con quella sarda e poco distante da qui c’è Arborea, un’altra città di fondazione che è diventata addirittura Comune onorario del Veneto, tanto la sua storia è intrecciata con la nostra». Parole di elogio quindi per il documentario di Igor Biddau “Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri”, che ha raccontato il viaggio di Klizia, un percorso storico ed interiore per riscoprire quella forte connessione con la storia degli esuli che rende Fertilia unica: «sostenendo questa produzione, la Rai ha svolto veramente un servizio pubblico»

La riscoperta delle radici e delle identità è stata presa in considerazione pure dall’Assessore regionale della Sardegna al Turismo, Franco Cuccureddu, il quale ha ricordato che il 2024 è l’anno del Turismo delle radici appunto: «Alghero è peculiare in tal senso per la sua matrice catalana e nel suo territorio comunale c’è inoltre la peculiarità di Fertilia»

Nei banchi del Consiglio regionale sardo Fertilia può annoverare in Valdo di Nolfo un sincero sostenitore delle progettualità che gravitano attorno a questa borgata: «La parola giusta per definire Fertilia è “comunità”, una comunità vera e propria che si articola nella rete di associazioni che hanno realizzato questo evento dando un segnale di forza e di unità, caratteristiche peraltro scritte nel DNA di Fertilia. Nella prima finanziaria che la nuova giunta regionale sta preparando mi sto impegnando per sostenere le progettualità che emergono da questo magnifico territorio»

L’Assemblea delle 52 comunità italiane sparse nell’Adriatico orientale è presieduta da Paolo Demarin, che oggi collabora assiduamente con Mauro Manca e le sue iniziative, ma ha scoperto Fertilia per motivi di studio: «La prima volta che sono venuto qui ero assieme ad altri ricercatori che volevano studiare la persistenza del dialetto istroveneto in questa comunità in esilio. Appena arrivato qui il paesaggio e il territorio mi hanno fatto sentire come se non mi fossi mai allontanato dall’Istria». Demarin ha quindi lanciato la proposta di fare di Fertilia la meta di viaggi di studenti provenienti non solo dalle scuole italiane in Istria, ma anche da tutta Italia affinchè la sua storia di inclusione e salvaguardia identitaria sia sempre più conosciuta.

Il Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna ha rilevato che la sua città e Fertilia sono «una testimonianza di storia e di come questa storia possa essere superata con pragmatismo per scrivere nuove pagine di storia» mentre l’assessore comunale triestino Michele Babuder ha portato il saluto del Sindaco Roberto Dipiazza, che ha sempre dedicato attenzione al laboratorio identitario di Fertilia, e parlando come figlio e nipote di esuli istriani ha elogiato l’Ecomuseo Egea, scrigno della memoria dell’Esodo capace di suscitare grande emozioni.

A conclusione della serata canti ed esibizioni folcloristiche sul palco di Piazza San Marco, alle spalle dell’obelisco che ricorda l’accoglienza degli esuli istriani, fiumani e dalmati a Fertilia e sovrastato dal leone marciano che si trova più a ovest in tutto il bacino del Mediterraneo. Si sono esibiti  il Coro della parrocchia Sacro cuore di Gesù e San Marco di Fertilia; la cantautrice di Alghero Claudia Crabuzza; il Coro Baratz di Alghero; il Coro Polifonico Santa Cecilia di Arborea; il Gruppo folcloristico della Comunità degli Italiani di Dignano con gli abiti tradizionali dei “bumbari” e la band Caffè Havana Sambuca e Lambrusco (Ferrara).

Lorenzo Salimbeni

 

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