Renata Budicin, esule rovignese cresciuta nel campo profughi di Laterina

Perché siete venuti via da Rovigno? “Al mio babbo Matteo Budicin, del 1906, che era fabbro meccanico, fu tolta l’officina dai titini e fu data a chi comodava loro – ha detto Renata Budicin – la mia mamma, Giovanna Sestan, del 1925, operaia alla Manifattura Tabacchi fu cacciata dalla fabbrica perché assieme ad altre tabacchine si rifiutò di lavorare gratis certe ore per la ricostruzione, poi tolsero loro pure la tessera annonaria, così non si poteva comprare quel poco di cibo che c’era”.

Quando siete partiti? “Ai primi di gennaio del 1949, io ero piccina e ho i ricordi della mia mamma – ha aggiunto la signora Renata – so che aspettavamo il treno alla stazione di Rovigno, arrivarono i miliziani titini e ci portarono via tutto, le poche cose che si poteva portare via, a mia madre, che era incinta e teneva in mano le scarpe, poiché aveva i piedi gonfi, quelli le rubarono perfino le calzature

Dai documenti di famiglia risulta che Matteo Budicin, dopo la domanda di opzione, ottenne il passaporto provvisorio n. 14.534, rilasciato il giorno 8 dicembre 1948 dal Consolato generale d’Italia a Zagabria, con decreto delle autorità jugoslave n. 46.796 di data 22.10.1948. La famiglia in fuga entrò nel Territorio Libero di Trieste e il giorno 11 gennaio 1949 attraversò il valico di frontiera di Monfalcone, entrando in Italia. Raggiunse in treno il Centro smistamento profughi di Udine, dove furono destinati al Centro raccolta profughi di Laterina (Crp), come successe a tanti altri profughi d’Istria, Fiume e Dalmazia.

Cavalluccio a dondolo rotto e aggiustato per le bimbe Budicin al Crp di Laterina; la famiglia Budicin con due figli tra piante e fiori per abbellire le baracche del Campo profughi, primi anni Cinquanta. Collezione Renata Budicin

Però non volevano farci partire tutti assieme – ha spiegato la testimone – quando mia madre andò a ritirare i documenti a Rovigno per partire ottenne solo il suo passaporto dato che il funzionario jugoslavo le disse che mancava quello di mio padre, lei non si perse d’animo, appena quel bellimbusto fu chiamato fuori stanza, scartabellò tra i vari fogli della scrivania riuscendo a trovare il passaporto del marito che subito prelevò portandoselo a casa, così partimmo tutti assieme”.

Come fu il viaggio? “Mia madre raccontava che a Bologna non si poteva scendere – ha precisato – perché c’erano i comunisti che gettavano sui binari il latte portato dalla Croce rossa per i bimbi dell’esodo, poi ci fecero scendere una stazione prima di Laterina e con un camion si raggiunse il Centro profughi, non volevano che la popolazione locale vedesse i profughi”.

Come era la vita al Campo profughi? “Quando pioveva si allagava tutto attorno alle baracche – è la risposta – i bagni erano in fondo alla baracca, io ero bambina e giocavo con tutti i bambini sempre assieme, ho fatto le scuole elementari fino alla terza classe nella baracca scuola, poi la classe quarta a Castiglion Fibocchi, vicino a Laterina, stavamo in una casa d’affitto, infine ci diedero una casa popolare a Terranuova Bracciolini. Io ricordo la baracca infermeria, dove mi misero con vari bambini, quando avevamo gli orecchioni. Le dirò, ci siamo un po’ divertiti. Mia sorella maggiore, Libera, non parlava mai del campo profughi, forse lei ha sentito di più i disagi”.

Processione al Campo profughi di Laterina, 1949 – Collezione Renata Budicin

La famiglia Budicin, in effetti, con i figli Libera, Renata, Silvia, Giorgio e Romilda, secondo l’Elenco alfabetico profughi giuliani del Comune di Laterina, fascicolo n. 115, risulta uscita dal Campo profughi il 7 gennaio 1956 per la località di Castiglion Fibocchi (AR). Il 13 maggio 1954 la fanciulla Renata Budicin ricevette la cresima al Campo profughi dal vescovo Emanuele Mignone, essendo parroco don Bruno Bernini, come emerge dall’Archivio della Parrocchia di Laterina.

Signora Renata Budicin conosce il fatto delle foibe? “Sì, certo – è la replica – pensi che la mia mamma diceva che uno slavo amico di famiglia le disse che il suo nome era nella lista di quelli da far fuori nella foiba, così furono ancor di più certi di scappare dall’Istria”.

Avete parenti all’estero e dove? “No, abbiamo parenti esuli a Roma”.

È mai ritornata in Istria? “Sì, varie volte e, a 27 anni, con il mio fidanzato toscano che diventò poi mio marito, l’ultima volta fu prima del Covid, però non ho più contatti con Rovigno”.

Il Coro del Crp di Laterina, 8 dicembre 1949 – Collezione Renata Budicin

Documenti – Ecco, infine, cosa c’è scritto alla pagina 15 del “Libretto di assistenza post-bellica” del Comune di Laterina, intestato al profugo Budicin Matteo (nei puntini di sospensione parole illeggibili):

Assistenza in vestiario. 3.2.1949 – 1 cappottino maschio. 1 paio calzoncini e 1 grembiule 4-8-anni, 1 maglia femminile, 2 golfini 9-15 anni, 2 camicine, 1 paio calzoncini, 2 cuffiette.

16.6.1949 – 1 paio scarpette n. 25 alla figlia Libera. 6.12.1949 – 1 paio scarpe uomo. 8.1.1950 – metri lineari 1,125 cotonati Unrra a ciascuna delle figlie Bianca e Renata [La United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA) era un’organizzazione internazionale con sede a Washington, istituita il 9 novembre 1943 per assistere economicamente e civilmente i Paesi usciti gravemente danneggiati dalla seconda guerra mondiale, entrata a far parte delle Nazioni Unite nel 1945].

20.3.1950 – 1 paio scarpe alla figlia Libera. 26.6.1950 – metri lineari … 5,50 alla moglie. 27.6.1950 – mt. 1,20 … per i figli. 20.10.1950 – mt. 18 tela Bazeno”.

Tessera ANVGD di Matteo Budicin, Comitato provinciale di Arezzo, 1953.

Fonte orale – Renata Budicin, Rovigno 1946, esule a Montevarchi (AR), intervista telefonica del 19 settembre 2024 a cura di Elio Varutti, in presenza di Claudio Ausilio. Autorizzazione alla diffusione e pubblicazione del 21 settembre 2024, tramite email di Claudio Ausilio.

Collezione familiare di Renata Budicin: fotografie (foto L. Gaburri, foto Lastrucci, fotografia Catullo, tutti di Arezzo), Libretto di assistenza post-bellica, Comune di Laterina, 1949-1954, documenti dattiloscritti vari, Tessera dell’ANVGD del 1953, Certificato di battesimo di Sestan Giovanna della Parrocchia di Rovigno d’Istria, 1948.

Archivi consultati e ringraziamenti – Desidero rivolgere i miei ringraziamenti all’intervistata,  al sindaco e gli operatori del Comune di Laterina, oltre che al parroco del paese per la disponibilità riservata al signor Claudio Ausilio nella ricerca di documenti e registri sul Campo profughi; i materiali sono stati da lui raccolti e digitalizzati dal 2015. – Elenco alfabetico profughi giuliani, Comune di Laterina, 1949-1961, ms. – Certificato di cresima di Renata Budicin, Parrocchia di Laterina, 1954.

Bibliografia  –  Comune di Laterina, Scuola Primaria di Laterina, Istituto Comprensivo “F. Mochi” di Levane, Mentre l’Arno scorreva. Memorie orali sull’Arno e i suoi affluenti raccolte nel territorio di Laterina, Arezzo, 2006.

– Giuliana Pesca, Serena Domenici, Giovanni Ruggiero, Tracce d’esilio. Il C.R.P. di Laterina 1948-1963. Tra esuli istriano-giuliano-dalmati, rimpatriati e profuganze d’Africa, Città di Castello , Biblioteca del Centro Studi “Mario Pancrazi”, Edizioni NuovaPrhomos, 2021,

– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. In formato e-book dal 2022. Seconda edizione cartacea dal 2023.

Progetto e ricerche di Claudio Ausilio, esule di Fiume a Montevarchi (AR), collaboratore dell’ANVGD di Udine. Elaborazione e Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Renata Budicin, Claudio Ausilio, i professori Enrico Modotti, Stefano Meroi, Rosalba Meneghini (delegato organizzativo dell’ANVGD di Udine) e Sergio Satti, decano dell’ANVGD di Udine.

Fotografie della collezione di Renata Budicin. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Altre ricerche presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi.  Sito web:  https://anvgdud.it/

Fonte: Elio Varutti – 22/09/2024

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