ROMA – La Bosnia ed Erzegovina, a più di dieci anni dalla fine del conflitto, attraversa una fase complessa e articolata in cui, accanto a situazioni economico-sociali di notevole disagio, si intravedono evidenti fattori di ripresa e sviluppo. L’assetto politico-amministrativo del Paese, delineato dagli Accordi di Pace di Dayton firmati nel 1995, per l’urgenza di porre fine alla guerra con la creazione di numerose istituzioni le cui prerogative spesso confliggono, non ha liberato la Bosnia ed Erzegovina dalla caratteristica di essere uno Stato esposto a diverse spinte centrifughe, conseguenza della variegata compagine culturale e religiosa presente sul territorio. Ancora presente la figura dell’Alto Rappresentante delle Nazioni Unite, al quale è affidato il compito di vigilare e promuovere l’attuazione degli accordi, coordinare le attività delle organizzazioni civili e operare per il mantenimento della pace, intervenendo, quando necessario, anche attraverso provvedimenti coercitivi che possono giungere fino alla rimozione di ministri dello Stato. Un evento cruciale nella storia recente della Bosnia ed Erzegovina è stato, nel 1999, l’inizio del processo di integrazione del Paese nelle comuni strutture europee, che ha subito, proprio nel 2005, una decisiva svolta con l’apertura dei negoziati per la stipulazione dell'accordo di associazione e stabilizzazione.
Ponte di Mostar:
Roma primo finanziatore
È dedicato alla Bosnia ed Erzegovina il nuovo Speciale del portale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano (www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it) intitolato "Bosnia ed Erzegovina: realtà di un Paese difficile".
Sul sito Internet viene dato spazio a vari approfondimenti ed è illustrata l’attività svolta nel Paese balcanico dalla Cooperazione italiana. Quest’ultima, negli anni recenti, si è concentrata su programmi volti allo sviluppo e alla produzione di valore aggiunto, sia nei settori tradizionali, come l’agricoltura e l’industria, sia nel settore terziario, privilegiando interventi a sfondo sociale, ma anche a sostegno delle Pmi locali e per la salvaguardia e valorizzazione dei beni ambientali e culturali del Paese. In quest’ultimo caso, significativa è stata la partecipazione dell’Italia, in veste di primo finanziatore, alla ricostruzione del ponte di Mostar.
All’interno del settore agricolo, si collocano alcune iniziative miranti principalmente a favorire la diffusione di sistemi agricoli sostenibili e il sistema cooperativistico. In particolare, la Cooperazione Italiana sta partecipando alla realizzazione di uno studio settoriale finalizzato alla messa a punto di una strategia di sviluppo agricolo. Ulteriori iniziative puntano a migliorare l’accesso al mercato e al credito di agricoltori e allevatori, e a potenziare le capacità delle amministrazioni locali nell’ambito della pianificazione territoriale e della protezione dei suoli.
Tra le tematiche sociali, lo sviluppo della condizione minorile e giovanile è considerato altamente prioritario dalla Cooperazione Italiana che ha cofinanziato numerose importanti iniziative, ora in corso di esecuzione, alcune delle quali in stretta collaborazione con alcune regioni italiane, altre a gestione diretta, per un totale di 11 milioni 135mila euro di contributo economico.
Importanti partenariati
Alle Regioni e alle Province italiane si deve la creazione di partnerariati con le istituzioni sanitarie bosniache per sviluppare le capacità tecniche degli operatori sanitari del Paese e per sensibilizzare l’opinione pubblica e le categorie più a rischio sulle modalità di prevenzione delle patologie più diffuse. A questo scopo è stata realizzata una campagna informativa nazionale e diffuso materiale sulla prevenzione dell’HIV; altri programmi si focalizzano invece sul recupero di persone provate dai traumi della guerra.
La Cooperazione Italiana, che già finanzia lo sminamento di molte aree del Paese, si è impegnata anche, attraverso Ong italiane specializzate, nell’opera di prevenzione degli incidenti dovuti alla presenza di mine e ordigni inesplosi, grazie a programmi che coinvolgono gli amministratori locali, le associazioni dei gruppi più a rischio e le comunità locali nel lavoro di sensibilizzazione della popolazione civile. L’attività di sminamento riveste infatti, anche a più di dieci anni dalla fine del conflitto, un’importanza strategica per lo sviluppo umano ed economico della Bosnia, che continua a essere il Paese più minato in Europa.
Rafforzamento dello
stato di diritto
L’Italia ha inoltre svolto un ruolo significativo nel settore partecipando, con un contributo di circa 500mila euro, al finanziamento di un progetto (realizzato dall’Undp) denominato Support to BiH in the Management and Coordination of Development Resources, il cui scopo è fornire al Governo locale uno strumento per la gestione delle risorse derivanti dagli aiuti internazionali.
Quanto al rafforzamento dello stato di diritto, l’Italia, con un contributo pari a 1 milione 400mila euro sostiene iniziative volte a rafforzare azioni di good governance, affinché le istituzioni bosniache competenti siano messe in grado di portare avanti efficacemente la lotta contro la corruzione e il crimine, in particolare quello organizzato.
Numerose sono dunque le iniziative ancora in corso e, tra queste, vi è un progetto pilota dedicato all’informazione e gestito direttamente dall’Ufficio Territoriale Locale della Cooperazione Italiana in Bosnia ed Erzegovina che, mediante corsi orientati in modo specifico, si propone di arricchire le competenze degli addetti all’informazione.
Formare i giornalisti
in linea con
gli standard europei
Il progetto di "Sostegno all’Associazione dei giornalisti professionisti della Bosnia ed Erzegovina (BH Novinari) per qualificare l’attività professionale e promuovere l’informazione oggettiva" nasce nella consapevolezza che formare giornalisti professionisti secondo gli standard europei costituisca la migliore garanzia per una corretta informazione, ma sia anche utile per promuovere un’azione di integrazione e pacificazione tra culture e religioni. L’obiettivo finale è, da un lato, dare un supporto sostanziale per la formazione specifica di un gruppo di giornalisti locali, appartenenti a entrambe le Entità che costituiscono la region, e, dall’altro, sostenere l’Associazione dei Giornalisti Professionisti della Bosnia ed Erzegovina, (BH Novinari) in previsione della costituzione di un Ente giornalistico nazionale di riferimento, rispondente agli standard e alle normative adottate dalle maggiori associazioni giornalistiche europee. (ap)