Natale, festa universalmente riconosciuta, aveva nelle terre della frontiera adriatica un’anteprima particolarmente piacevole per i bambini, che il 6 dicembre ricevevano i doni di San Nicolò, correndo sempre il rischio di trovarsi anche il carbone o i dispetti dei Krampus… Usanze e tradizioni retaggio del contatto con il mondo tedesco, che nel resto d’Italia non trovavano corrispondenza immediata, essendo soprattutto la Befana a venire celebrata un mese dopo, il 6 gennaio, in quella che per giuliani, fiumani e dalmati era esclusivamente la ricorrenza dell’Epifania.
Nei gelidi inverni trascorsi da migliaia di famiglie nei Centri Raccolta Profughi sparsi in tutta Italia, le organizzazioni assistenziali che si adoperavano per alleviare le difficoltà dei connazionali fuggiti dalle terre cedute alla Jugoslavia comunista fecero scoprire ai ragazzini giuliano-dalmati la festività della Befana.
La consegna dei pacchi dono della Befana è ampiamente documentata nelle fotografie e nei ricordi degli esuli adriatici come un momento di sorpresa e di serenità, di gioia e di condivisione comunitaria di una nuova festività. Un componente di quella resilienza con cui si riuscì a sopravvivere ai disagi e alle difficoltà della vita in campo profughi.
Lorenzo Salimbeni