Venerdì 7 febbraio, a ottant’anni dalla strage di Porzûs, Roma Capitale ha intitolato un luogo pubblico alle 18 vittime dell’eccidio. È il primo al di fuori del Friuli Venezia Giulia: il Giardino Vittime dell’Eccidio di Porzus nel quartiere Aventino.
Nel 2022 la città metropolitana di Roma concesse il patrocinio alla cerimonia di commemorazione; il Comune, grazie all’iniziativa del Consigliere Francesco Filippo Carpano, si impegnò a individuare un’area da intitolare ai partigiani della Osoppo in segno di riconoscenza del loro sacrificio per la libertà e la democrazia del paese.
All’intitolazione erano presenti il Senatore della Repubblica Maurizio Gasparri, rappresentanti della giunta capitolina, una delegazione del Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con la Presidente Donatella Schürzel, il Vicepresidente Giorgio Marsan e la Consigliera Maria Grazia Chiappori, delle associazioni partigiane Associazione Partigiani Osoppo Friuli, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, Federazione Italiana Volontari della Libertà, associazione bersaglieri e associazioni d’arma e Anna De Gregori, la figlia del comandante Bolla, Francesco De Gregori, tra le vittime della strage e zio del cantautore. [Fonte e foto: Associazione Nazionale Partigiani Cristiani – 07/02/2025]
Il giorno stesso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato al Presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo – Friuli, Roberto Volpetti ed alla Presidente onoraria Paola Del Din il seguente messaggio:
«Ricorrono ottant’anni dall’eccidio delle Malghe di Porzus, nel conflitto più torbido avvenuto nel nostro Paese all’interno del movimento di liberazione dal nazifascismo. I caduti osovani appartengono alla storia del riscatto italiano, conquistato anche grazie alla loro dedizione e al loro coraggio. Le circostanze che portarono un Gruppo di Azione Patriottica, formazione di matrice comunista, a ordire l’agguato e a compiere le esecuzioni, sono una pagina abietta nelle tragedie che martoriarono il nostro confine orientale, seminando dolore nel tempo, anche oltre le libertà riguadagnate.
La democrazia non ha timori nel confrontarsi con la propria storia. Ricordare è un atto di giustizia e di verità: di questo anzitutto si nutre il desiderio di libertà.
Quell’eccidio ci appare oggi ancor più feroce e insensato di quanto già allora non si mostrasse. Rigidità ideologica e cecità politica si mescolarono con i disegni di rivendicazioni territoriali di un nascente regime nei confronti dell’Italia. Dal sacrificio di ogni partigiano caduto è nato il percorso compiuto nella democrazia dal popolo italiano e dai popoli europei.
L’Osoppo-Friuli fu protagonista nella lotta di liberazione, partecipando alla costituzione delle zone libere Nimis, Attimis e Faedis, di quella della Carnia e dell’Alto Friuli: 725 i patrioti della formazione caduti in combattimento. La Repubblica si inchina nel ricordo dei valorosi partigiani del Gruppo Divisioni Osoppo.
All’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli, che tiene viva la memoria di un glorioso impegno e di un momento tra i più tragici della nostra storia nazionale, esprimo i sentimenti più intensi di vicinanza e di riconoscenza».