«Noi come cristiani possiamo tendere al perdono ma la nostra coscienza civica non ci può permettere l’oblio, queste cose devono essere ricordate per evitare che vengano ripetute in futuro». Sono le parole utilizzate ieri dal ministro della giustizia Carlo Nordio alla presentazione del Treno del Ricordo, avvenuta oggi al binario 1 della stazione centrale di Trieste alle ore 13. «Grazie per questa importantissima commemorazione – ha aggiunto Nordio – penso sarà utile soprattutto per le giovani generazioni visitare questo esempio di brutalità che si è esplicata in passato». Il treno è un progetto promosso dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, per celebrare il Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, con una mostra itinerante allestita su un convoglio storico, messo a disposizione dalla Fondazione FS Italiane, per ripercorrere idealmente il viaggio compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati nel Dopoguerra. «Ricordo da piccolissimo – ha raccontano Nordio – le famiglie che andavano, non sapevo da dove, con masserizie e con le loro poche cose, e non mi si spiegava a casa il perché. Nello stesso tempo si diffondevano, sempre in modo ‘soft’, notizie su persone che venivano gettate nelle foibe ancora vive. Da piccolo non le capivo, erano cose che a scuola non si studiavano, poi, dopo tanti anni le verità sono emerse nella loro drammaticità».
Parole condivise anche dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, secondo il quale «il Treno del Ricordo è una delle iniziative fondamentali affinché quei ricordi possano non solo rimanere impressi ma siano una storia condivisa del nostro Paese. Questa iniziativa – ha proseguito Fedriga – rappresenta uno di quei passi fondamentali per raccontare i drammi di questa terra, per tanti anni abbiamo vissuto l’oblio del ricordo, della storia e delle sofferenze, è ancora con più forza che oggi dobbiamo utilizzare iniziative come questa per raccontare ai cittadini cos’è stata la persecuzione di cittadini italiani innocenti che in molti casi hanno dovuto scegliere l’esilio e in altri purtroppo hanno dovuto affrontare la morte».
Infine il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha ricordato le tappe portate avanti dall’amministrazione comunale negli anni rivolte alla pacificazione, una fase «culminata nella visita dei due presidenti italiano e sloveno, Sergio Mattarella e Borut Pahor, che nel 2020 si sono tenuti per mano davanti alla Foiba di Basovizza. Come sindaco, invito tutti quanti a mettersi sull’attenti davanti ai morti una volta per tutte e definitivamente, in modo da consegnare al passato anche le minimizzazioni e le negazioni che per troppo tempo hanno pesato su tali fatti».
Trainato da una storica locomotiva elettrica degli anni ’20 del secolo scorso (la E.626), il treno storico è costituito da sei carrozze, ognuna delle quali ricorda una fase dell’esodo giuliano-dalmata. La parte principale si trova ritrova nelle carrozze centrali: la seconda è ridenominata “Italianità” dove sono presenti video multimediali che raccontano la storia del Confine Orientale ad iniziare dalla prima guerra mondiale. Sulle pareti i versi di Dante e le foto in bianco e nero di Pola, Fiume, Zara e delle altre principali località dell’Istria. Dopo “Italianità” gli altri tre vagoni, rinominati “Esodo”, “Viaggio del dolore” e “Ricordi di una vita”. Nell’ultima carrozza ecco le masserizie originali degli esuli, fornite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriana-Fiumana-Dalmata (Irci). Domani la partenza del convoglio per Padova, da dove il Treno del Ricordo proseguirà la sua corsa nei giorni a venire per Bologna, Roma, Napoli e Lecce. Il treno concluderà il suo viaggio a Sassari il 25 febbraio, mentre la cerimonia di chiusura si terrà a Fertilia, frazione di Alghero che nel 1948 ha accolto diverse centinaia di esuli istriani.