TRIESTE I tempi sembrano essere maturi per discutere di storia dell’Adriatico orientale insieme al mondo dell’istruzione italiano. Con grande soddisfazione e quasi con stupore i delegati di FederEsuli hanno riportato il clima di spontaneo interesse registrato durante l’ultimo incontro di approfondimento a cura del Ministero della Pubblica Istruzione dedicato alla formazione di docenti e studenti sul confine orientale nel Novecento e sul popolo giuliano-dalmata.
L’incontro, svoltosi a Roma lo scorso 23 febbraio, è stato voluto e perseguito dalla stessa FederEsuli nell’ambito del Tavolo di coordinamento con il Governo ed ha visto la partecipazione di importanti relatori ed operatori della scuola. Per approfondire i temi trattati durante l’iniziativa, ieri è stata convocata una conferenza stampa all’Hotel Duchi d’Aosta, alla quale hanno partecipato il presidente e il vicepresidente della Federazione, rispettivamente Renzo Codarin e Lorenzo Rovis, lo storico Raoul Pupo, l’onorevole Renzo de’Vidovich e la docente Chiara Vigini.
“Oggi una porta è stata aperta e mai sarà richiusa” – ha rilevato Codarin, illustrando il “circolo virtuoso di azioni didattiche, senza spirito di parte, che si stanno predisponendo”. Il circuito informativo, per altro, potrebbe anche auto-propagarsi attraverso “la messa in rete e in internet di nuovi materiali storiografici e tramite le consultazioni tra docenti, funzionari, studiosi e case editrici”.
Lorenzo Rovis ha invece sottolineato quanto siano stati “qualificanti” non solo le cerimonie a Roma per il Giorno del Ricordo, “che hanno visto la partecipazione delle più alte cariche dello Stato in diversi momenti ufficiali, ma anche i risultati di questo seminario, che hanno reso atto del fatto che l’ambito della storia dell’Adriatico orientale non solo non si sta spegnendo, ma si sta invece espandendo con il contributo di presidi, insegnanti specializzati e operatori scolastici di tutt’Italia”- ha concluso Rovis, ricordando la presenza all’incontro di Roma degli storici Giuseppe Parlato, Raoul Pupo e Roberto Spazzali, come anche del giurista De Vergottini.
Chiara Vigini, presente anche lei al seminario, dal canto suo ha rilevato come, sui temi dell’Adriatico orientale “si fa poco soprattutto a Trieste, mentre in Italia si fa “abbastanza”. Ma ciò che conta è “l’impegno civile di guardare ad una storia che parte da ben prima del Fascismo, tramite l’apporto di addetti ai lavori che con i loro spunti potranno così contribuire ad influenzare anche l’editoria e la stessa ricerca storiografica”.
Quindi lo storico Raoul Pupo ha precisato: “Non possiamo fare un mito di questa questione, ma sicuramente si tratta di un’assunzione di responsabilità. Il Ministero in tal senso ha soprattutto un potere di indirizzo, che è già molto, essendoci di fondo un problema di nazionalizzazione di uno snodo fondamentale della storia d’Italia. Questa assume una particolare rilevanza anche al giorno d’oggi– ha fatto notare lo storico- perché si incrociano tematiche come i diritti umani, la cittadinanza, l’integrazione e l’identità collettiva. Sono parole chiave della quotidianità e i problemi attuali dell’Europa. Non si tratta solo di scoprire la storia, ma di ottenere delle buone pratiche didattiche, in modo da poter analizzare diversi approcci”- conclude, guardando alle precedenti esperienze nell’ambito dell’istruzione. L’apporto non è più quello di “una ventina di storici giuliani che girano tutt’Italia, ma si sta operando per la formazione dei formatori, come è già avvenuto in Piemonte e in Toscana con il coordinamento del MIUR”.
A terminare con un intervento la conferenza stampa è stato Renzo de’Vidovich, che a nome della Federazione ha fatto cenno ad alcuni dati storici sulla quale ritiene opportuno si rifletta in ambito scolastico. “Proprio in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia dovremmo aver presente una serie di altri avvenimenti legati al 1861. La nascita dello Stato italiano suscitò tutta una serie di reazioni da parte dell’impero Austroungarico, che portarono contemporaneamente alle nascita delle varie Diete in Istria, del cosiddetto Corpo separato di Fiume e del Regno di Dalmazia, con l’intento di limitare al minimo il potere della maggioranza italiana dell’epoca”.
(Emanuela Masseria su www.arcipelagoadriatico.it)
(un momento della conferenza stampa della FederEsuli. Da sinistra Chiara Vigini, Lorenzo Rovis, Renzo Codarin, Renzo de' Vidovich, Raoul Pupo)