Un professore di storia della scuola media ‘Botticelli’ di Firenze ha distribuito una dispensa contenente un articolo di Marc Wells pubblicato quattro anni fa su un sito internet. Niente di strano, se non fosse che l’articolo, pubblicato su un sito dell'ultrasinistra, tendeva a dare una fantasiosa, per così dire, ricostruzione della vicenda storica legata alla foibe, definendo il Giorno del Ricordo del 10 febbraio un ‘revival neo-fascista’.
“Purtroppo è ben evidente – dichiara l’eurodeputato Claudio Morganti – che nelle scuole i professori facciano politica anzichè insegnare agli studenti. L’uscita dell’insegnante di storia che ha distribuito una dispensa che si condanna da sola e offende la memoria dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, dalmati e giuliani, dimostra che in Italia ci sono professori ancora legati alle ideologie, soprattutto quelli di storia come nel caso del ‘Botticelli’ di Firenze".
Ciò che sconvolge è la continua negazione di quello che successe in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, oltre Trieste. L’Italia ha già ucciso con un silenzio di oltre 50 anni quelle migliaia di vittime, i professori non devono e non possono continuare con questo genocidio dell’insegnamento.
Far passare il ricordo delle foibe come un revival neo-fascista o addirittura arrivare a negarlo è esattamente come negare l’Olocausto degli ebrei e contribuisce ad uccidere una seconda volta i martiri. Non ci sono né morti di serie A, né morti di serie B, ma semplicemente morti che meritano di essere commemorati. Ci sono solo innocenti che sessant’anni fa hanno perso la vita in maniera crudele o che, nei più fortunati dei casi, sono stati costretti a fuggire dalle proprie case.