Un pellegrinaggio non è una manifestazione. Lo avrà dimenticato chi ha organizzato un "pellegrinaggio" alle foibe in territorio sloveno, preannunciato però a Trieste da una "rumorosa" conferenza stampa che stona con l'idea stessa di pellegrinaggio. Ma è chiaro, il messaggio deve a tutti i costi arrivare a chi è pronto a far cagnara, altrimenti il caso non si crea e la propaganda non viene sufficientemente alimentata.
Sorridono amaramente quelli che durante tutto l'anno si recano nei luoghi della nostra sofferenza senza preannunciarlo agli organi di stampa. E sorridono amaramente anche i tanti Comitati ANVGD che organizzano i veri pellegrinaggi, quelli senza telecamere e manifestazioni, senza bandiere e slogan, quelli fatti di un silenzioso e cristiano rispetto per i tanti morti che sono ancora lì sotto è che mai vorrebbero essere "usati" perché questo o quello appaia in una foto o in un'intervista.
E la cronaca giornalistica più decorosa è quella che si scrive dopo, non prima.