Lettere al Direttore.
"Caro direttore, nei territori ceduti alla ex-Jugoslavia si celebrano, per la minoranza autoctona, sempre meno messe in italiano, per giunta in luoghi e orari emarginati. D'estate, nelle località turistiche, vi sono messe in tedesco, ma i nostri connazionali vacanzieri non sono considerati. Ora, so che per un credente non dovrebbe avere importanza la lingua della messa, ma visto che quasi tutti i sacerdoti ivi presenti conoscono benissimo l'italiano, non dovrebbe essere troppo difficile venire incontro ai numerosi fedeli italofoni. Forse si potrebbe celebrare qualche messa in latino, novus ordo, con letture in più lingue. Faccio presente che il sito della diocesi di Trieste è anche in sloveno, mentre non c'è traccia d'italiano in quello di Parenzo-Pola, anche se si vanta di risalire al III secolo e in zona vivono ancora i discendenti di quei primi cristiani. Gli avvisi sacri nelle chiese delle località dove vige il bilinguismo sono solo in sloveno e croato." Eufemia Budicin