di MAURO MANZIN su Il Piccolo dell'11 maggio 2010
TRIESTE Il presidente della Camera Gianfranco Fini vola a Belgrado per ribadire il ruolo di forte impegno esercitato dall’Italia per consentire l’ingresso della Serbia nell’Unione europea, ma dagli incontri con i vertici serbi emerge altresì il ruolo centrale nella lotta anti-crimine che proprio Belgrado può esercitare soprattutto per la sua collocazione geopolitica. Dal punto di vista bilaterale non sono esclusi ulteriori condivisioni in progetti regionali nei campi delle infrastrutture, dei trasporti e dell’energia.
SERBIA E UE L'Italia, dunque, conferma il pieno appoggio alla Serbia per le procedure di ingresso di Belgrado in Europa. Lo ha detto chiaramente il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nella cua visita ufficiale in Serbia. Fini, che ha incontrato in mattinata la presidente del Parlamento serbo, Slavica Djukic-Dejanovic, ha sottolineato che «l'Italia è convinta non da oggi delle buone ragioni dell'ingresso di Belgrado in Europa e della necessità di non applicare due pesi e due misure quando si tratta di paesi che chiedono di entrare nell'Unione europea». Fini ha aggiunto che la Serbia «è culturalmente prima ancora che geograficamente in Europa» e ha auspicato che la stessa Europa possa completare «con l'ingresso dei paesi balcanici la sua mappa politica». Secondo Fini, Belgrado sta «onorando i suoi impegni nei confronti della comunità internazionale per una sollecita procedura di adesione alla Ue» e ha spiegato che «quando la Serbia sarà nell'Unione la possibilità di crescita dei nostri rapporti bilaterali renderanno i legami culturali, economici e politici tra i più stretti d'Europa».
LOTTA AL CRIMINE Il presidente di Montecitorio ha aggiunto che «la Camera si candida ad essere il primo Parlamento in Europa a ratificare l'accordo di associazione e di stabilizzazione della Serbia che è il passo propedeutico per la procedura di ingresso nella Ue». Fini ha anche ringraziato la presidente del Parlamento serbo «per la piena collaborazione che le autorità di Belgrado stanno fornendo per la lotta alla criminalità transnazionale che ha consentito di sradicare attività criminose di forte impatto». Una collaborazione che da pochi giorni ha un’arma in più. Si tratta dell’organismo, per ora bilaterale, creato da Serbia e Croazia proprio per la lotta al crimine organizzato e che prevede un fitto scambio di dati e di informazioni a cui sono stati invitati a partecipare anche gli altri Paesi dei Balcani occidentali.
POLITICA E INTEGRAZIONE Il Presidente serbo, Boris Tadic, da parte sua, ha espresso al presidente della Camera Gianfranco Fini il ringraziamento della Serbia per il «chiaro appoggio» dell'Italia all'integrazione europea della Serbia. Tadic e Fini – ha riferito un comunicato della presidenza serba al termine del colloquio di ieri a Belgrado – hanno definito i rapporti bilaterali tra Italia e Serbia a un «alto livello». Anche il premier serbo, Mirko Cvetkovic, in un incontro con Fini, ha avuto parole di ringraziamento per il sostegno del nostro Paese agli sforzi di integrazione europea della Serbia. «L'integrazione europea e il mantenimento della sovranità e dell'integrità territoriale del Paese sono le priorità principali della politica estera della Serbia», ha sottolineato Cvetkovic, come ha reso noto un comunicato diffuso dal governo al termine del colloquio con Fini. Nell'incontro, ha aggiunto il comunicato, è stato constatato l'«alto livello di collaborazione economica» fra Italia e Serbia.
RELAZIONI STORICHE «Ho espresso al presidente Fini il ringraziamento della Serbia per il sostegno che l'Italia ci dà nel nostro cammino verso l'Unione europea», ha detto la signora Djukic-Dejanovic al termine del colloquio con Fini. Il presidente del Parlamento serbo ha ricordato come quest'anno ricorre il 131° anniversario dello stabilimento dei rapporti diplomatici tra Italia e Serbia e ciò, ha sottolineato «è un incentivo per intensificare ulteriormente i nostri rapporti».
Nel colloquio con Fini, ha aggiunto la signora Djukic-Dejanovic si è parlato anche delle possibili ripercussioni negative della crisi greca su Serbia e Italia. «Il nostro compito – ha sottolineato il presidente del Parlamento di Belgrado – è fare in modo di migliorare il livello di vita dei nostri cittadini».