Sui blog di alcune testate sono apparsi toni critici nei confronti dell’ANVGD, che nella rassegna stampa ospitata sul suo sito ha pubblicato alcuni articoli di giornali italiani e stranieri che contengono giudizi severi sul Maresciallo Tito, che ha retto la ex Iugoslavia dal 1945 al 1980.
Non vediamo cosa ci sia di male nell’informare chi ha interesse a quanto liberamente si scrive in Paesi democratici ove vige la libertà di stampa e di pensiero.
Quella libertà di cui i popoli della ex Iugoslavia furono privati per 45 anni e oltre, fino alla caduta di Slobodan Milosević, erede dei metodi del maestro, chiamato a rispondere davanti al Tribunale Internazionale dell’Aja di crimini contro l’umanità e morto durante la custodia cautelare.
Per molti è un eroe anche lui. Ciascuno ha gli eroi che si merita.
Quanto a noi esuli giuliano-dalmati è chiaro che pensiamo di Tito il peggio possibile: ha elaborato e attuato una spietata pulizia etnica delle nostre terre natali cacciandone con le stragi e le persecuzioni la popolazione autoctona istro-veneta.
Forse Tito ha anche fatto del bene al suo Paese, raggiungendo il sogno di tutti gli slavi: togliere l’Istria all’Italia dopo 2000 anni di storia. In Paesi arretrati e immaturi alla democrazia una frustata di dittatura nazionalista può anche fare bene. Bisogna vedere il dopo.
La creatura di Tito non è vissuta a lungo ed è finita smembrata, sbranata da chi lui aveva educato ad una inesistente fratellanza comunista.
Il vero giudizio su quest’uomo, un comunista doc di indubbio valore politico, dalle purghe spagnole a quelle di Goli Otok, lo debbono dare i suoi connazionali: croati, serbi, sloveni, slavo-macedoni. Se connazionali ancora si considerano.
La Redazione del sito