Più d’uno ci ha chiesto in queste settimane cosa voglia essere e quali siano le ragioni di una «convention» dell’Anvgd. Un evento mai avvenuto prima, fuori, se vogliamo, dagli schemi consueti dei Consigli e dei Congressi nazionali che solitamente vengono convocati – come previsto – per adempiere agli obblighi statutari.
Perché, mi sia permesso questo inciso, l’Anvgd può ben vantare una lunga tradizione di democrazia interna: basterebbe sfogliare le annate di “Difesa Adriatica” dal 1947 in avanti per verificare di quanta dialettica interna si sia nutrita nei decenni la nostra vita associativa. Un segno, questo, di libertà e di trasparenza, che ritengo faccia onore all’Associazione.
Allora, ad oltre 60 anni dall’esodo, cosa vuole dire una «convention» dell’Anvgd? Tre le ragioni fondamentali che ci hanno indotto ad organizzarla:
1. la opportunità che si è voluto offrire ai dirigenti e ai soci di incontrarsi e di confrontare le rispettive esperienze nel campo della militanza associativa;
2. la volontà di dedicare reale ed ampio spazio alle seconde e terze generazioni, già attive all’interno dell’Associazione con ruoli di primo piano;
3. formare i dirigenti e i quadri dell’Anvgd in relazione alle nuove esigenze.
Tre ottimi motivi, e vediamo perché.
La realtà contemporanea nella quale ci troviamo oggi ad operare richiede la massima attenzione e prontezza: tutto è in relazione e le efficienze (o inefficienze) dell’uno si riverberano sull’altro. Diventa dunque indispensabile mettere a confronto i percorsi e i metodi perché dai successi (o dalle delusioni) si ricavino indicazioni utili per muoversi in un contesto generale. Bisogna, a nostro parere, mettersi “in rete”.
E inoltre: ad oltre sei decenni dall’esodo è per noi vitale coltivare riporre fiducia nelle più giovani generazioni. Ecco, riteniamo deleterio pensare che non vi sia un ricambio generazionale solo perché non si è saputo coltivarlo. L’avvicendamento è possibile, e i nostri giovani dirigenti lo dimostrano. Hanno dalla loro, e dalla nostra, parte qualità essenziali: la sensibilità verso la memoria che è stata loro trasmessa; la famigliarità con i metodi della comunicazione contemporanea; la cultura storica acquisita dalle testimonianze famigliari ma consolidata nello studio. Sono e saranno loro i nostri migliori “comunicatori”: sono insegnanti nelle scuole di ogni ordine e grado, professionisti già affermati nei diversi settori, equilibrati e saggi perché – essendo nati in un contesto già pacificato – possono e sanno intervenire con serenità e chiarezza.
Credo sia chiaro a tutti che i modi e i tempi della vita sociale e della comunicazione siano radicalmente mutati e accelerati rispetto al passato anche relativamente recente. Le esigenze di tempestività e di visibilità maturate in questi anni hanno reso obsoleti i vecchi strumenti di dialogo e di confronto. Eravamo abituati, per comunicare e informare, a scrivere una lettera, ad inviare un ritaglio di giornale, a conservare una pagina di quotidiano che ci poteva interessare o tornare utile. Questo non è più possibile, non è più accettabile. Noi dobbiamo essere pronti e aggiornati. Se vogliamo, come vogliamo, continuare ad essere presenti sul territorio nazionale – come peraltro già siamo con tutte le nostre risorse umane – dobbiamo saper gestire gli strumenti che le tecnologie e una generale accelerazione dei tempi impongono. L’alternativa è, semplicemente, la marginalità.
Le associazioni degli Esuli, e l’Anvgd in primis, hanno saputo tenere duro e riportare alla luce temi largamente emarginati dal dibattito pubblico. Ai nostri giorni sono state create le condizioni per dare il doveroso e massimo risalto al ricordo, ma le diffuse indifferenze o le ottuse ostilità che ancora incontriamo esigono un surplus di capacità. Questa «convention», con i suoi momenti di informazione/formazione previsti, a questo in sostanza vuole rispondere: 1. organizzarsi al meglio; 2. fare tesoro delle esperienze; 3. rinserrare le fila.
Questa iniziativa, ne siamo convinti, darà un’immagine giusta di un’Associazione vitale, aperta alle sollecitazioni, attrezzata per onorare il ricordo che abbiamo ereditato e fatto nostro. Con equilibrio e consapevolezza. Per lavorare al meglio, per tutelare i diritti di quanti ripongono in noi fiducia e richiedono quotidianamente il nostro intervento.
Questa «convention», che chiama a raccolta dirigenti e soci, è veramente concepita per e dedicata ai nostri Esuli, ai più fragili perché anziani, ai più giovani perché ne assumano doverosamente la tutela e sappiano costruire il futuro della memoria.
Marino Segnan, Vicepresidente nazionale ANVGD con delega per gli Eventi