di GABRIELLA ZIANI e FURIO BALDASSI
Imprenditore, sindaco di Capodistria dal 2002, estroverso e senza peli sulla lingua, finito nel 2003 in prigione per un mese con l’accusa di frode fiscale, in buoni rapporti col sindaco Dipiazza che spesso lo cita come «il mio amico Popovic», un fluente italiano, eletto con una sua lista, «Capodistria è nostra», con la quale si ricandida a ottobre, Boris Popovic viene spesso descritto come «un fiume in piena» quando parla di qualcosa che gli sta a cuore.
E così è quando racconta della risalita della sua città, dei progetti in corso, del turismo che cresce e più ancora crescerà, di come ha preso al volo l’idea di incastonare un Parco del mare sul mare suo, diventando nei fatti la cartina al tornasole delle indecisioni triestine. Parla ancora di come ha ingaggiato un architetto celebre come Tobia Scarpa per progettare una spiaggia, e un’isola artificiale «in stile Dubai», di come ha agganciato Royal Caribbean e perfino Carnival, la numero uno al mondo, per fare di Capodistria una tappa di crociere al top.
Ma non è tutto. Perché Popovic anche viaggia molto in Italia, a Trieste viene da sempre e di continuo, anche solo a bere un caffè in piazza Unità, all’amato ”Tea Room”, per fare un giro, con ammirazione ma anche con altri sentimenti. E ci torna adesso, sempre volentieri, per replicare a quanti, da Dipiazza a Paoletti passando per la lettera aperta di Roberto Sasco, lo hanno tirato in ballo sulla spinosa vicenda del Parco del mare ”scippato”.
Sindaco Popovic, lei dice che Capodistria è al centro dell’Europa, che è facile attrarre turisti. Ma non lo è Trieste ancora di più?
Non l’ho detto io che Capodistria è al centro dell’Europa ma, ben prima di noi, una certa Maria Teresa… E oggi gli austriaci dicono che la Slovenia è una perla e ha un diamante: Capodistria. Certo, quando Trieste voleva concorrere all’Expo io mi sono offerto di aiutare, perché siamo su una linea unica, per Trieste andrei dappertutto. Però…
Però?
Credo si sia perso quell’occasione perché il governo italiano ci credeva poco e politicamente era debole. Certo avrebbe dovuto dare qualcosa di alternativo a Trieste e invece niente, neanche un progetto… C’è quel Porto Vecchio! Si sarebbe potuti partire da lì per unire le intenzioni delle nostre due città. Invece…
Invece niente Expo?
A parte quello, quando io spesso prendo la macchina e dico ”vado a Trieste un attimo”, passo per un territorio terribile, orribile, bruttissimo. Quella superstrada con le curve sbagliate e l’asfalto scivoloso, e poi la zona ex Aquila, ma possibile che non si riesca a buttar via tutto? Lì bisogna pulire, mettere erba, fare una foresta di alberi, un parco naturale per i triestini.
Sembra facile, ma pare che non lo sia. Bonifiche…
Ma non è solo quello, adesso vogliono mettere impianti di gas proprio davanti a quell’area. Ma io gliel’ho detto: ma sono scemi, a Trieste? Sono amico del sindaco Dipiazza, glielo ho ripetuto più volte: tu vendi l’anima di Trieste, e per sempre, se accetti un impianto di rigassificazione nel golfo. Quella dev’essere un’area per il mare, per la gente. Ma i cittadini niente, non reagiscono, tacciono, è incredibile. Ma io dico una cosa…
Quale?
Non è che finirà il mondo se non si farà il rigassificatore, magari non finirà qualcosa in qualche tasca… Quell’impianto lo paragonerei alla nostra Krsko. Una centrale nucleare, con annessi e connessi, certo. Ma è stata fatta in una zona in cui, a parte i campi di patate, non c’è altro. Nessuno, per dire, si sarebbe sognato di farla sul mare. Qua pare invece che quasi tutti i vostri politici non vedano l’ora di rovinare ulteriormente la costa. E non parliamo di Tondo…
Che cosa le ha fatto il presidente della Regione?
In campagna elettorale era venuto anche da me, giurando che del rigassificatore non voleva saperne. Poi l’hanno eletto ed è diventato il suo primo sostenitore. Mi ha deluso moltissimo. Anche perché, col governo nazionale pienamente omogeneo, poteva fare grandi cose e invece… No, meglio se ne torni lassù, a cucinare…
Lei non le manda a dire, in effetti.
Quando vedo poi il Porto Vecchio, e penso che anche lì poteva essere tutta una spiaggia. Sa che cosa bisognava fare in quell’enorme, incredibile Porto Vecchio? Una specie di mini-Venezia. Canali, così che ci si sarebbe entrati solo con le barche. E attorno appartamenti, non solo quei vecchi enormi magazzini. E magari un’Aqualandia che sarebbe stata apprezzatissima dai triestini. Sarebbe stata una cosa magnifica per il turismo. Invece… Mi chiedo che turista possa rimanere in città vedendo la Ferriera in quegli stati e il Porto Vecchio abbandonato… Gira la macchina e se ne va. Bisogna fare le cose che nessun altro ha. Bisogna inventare qualcosa di nuovo.
C’era il Parco del Mare…
Può esserci ancora. L’ho detto proprio oggi (ieri ndr) al presidente della Camera di commercio Paoletti: se Trieste si muove e fa presto, noi ci facciamo da parte. Diversamente lo realizzeremo a Capodistria. Anche noi abbiamo fatto i nostri calcoli, e le stime sulla possibile affluenza reggono. Altro che Dipiazza…!
Cosa le ha fatto il sindaco?
Fa discorsi assurdi. Si agita, si muove, sembra voler far tutto lui ma poi non so quanto faccia. Non contano le dimensioni della città su cui grava il progetto, ma la bontà del progetto stesso. Peschiera ha più o meno le dimensioni di Capodistria, un decimo di Trieste e regge tutta una ”Gardaland”, con milioni di visitatori. E non parliamo di Postumia e delle sue grotte. Il problema è che i progetti vanno realizzati…
Invece le cose stanno molto ferme?
Tutto, tutto fermo. E perché? Si temono contraccolpi occupazionali dalla chiusura della Ferriera? Sono 400 persone, lo so bene, ma con un lavoro duro e sottopagato. Possibile non si riesca a riciclarle? A Capodistria, solo col recente centro commerciale ”Tus” sono state assunte 582 persone. Ripeto: 582. Certo a Trieste avete altri problemi. Anche quello che è stato fatto…
Anche quello non le piace?
L’autostrada davanti a piazza Unità.
Quale autostrada?
Ma non avete un’autostrada a quattro corsie sulle rive, davanti a piazza Unità? Invece di mettere le automobili in parcheggi sotterranei, e lasciare la piazza libera di affacciarsi sul mare, con una sorta di ”trampolino” verso il golfo. Adesso il trampolino sul mare lo faremo noi. E poi lì c’è quel cimitero.
Cimitero? Quale?
Quelle piante che stanno in mezzo alle quattro corsie. Sembra di essere in un cimitero. Non hanno messo olivi, palme, no, quelle piante da cimitero. Mancano solo le lapidi. A lei non pare? Tutta una bellezza buttata via. Solo semafori.
Sindaco, anche i semafori?
Ma è vero o no che ogni cento metri c’è un semaforo, sulle rive? E anche in città, come ti giri un semaforo. A Trieste è tutto ancora come cento anni fa. E pensare che è una città così grande, così veramente splendida.
Lei piuttosto perché non si oppone al fatto che la ”vignetta” sia obbligatoria per i triestini anche per venire a Capodistria?
Non si può levare, non si può. Ci sono tanti turisti, devono pagare. E le autostrade italiane, quanto costano? Io viaggio parecchio in Italia, è pazzesco quanto costano. Invece con la ”vignetta” paghi una volta sola per tutto l’anno e con gli stessi soldi giri dove vuoi, e quanto vuoi, si spende molto, molto meno. Poi magari uno che ha pagato, dopo essere arrivato a Capodistria, un’altra volta tornerà, andrà a Lubiana, o da qualche altra parte.
Un incentivo?
Ma direi un giusto sistema, europeo. Anche la Svizzera fa così, e anche l’Austria. Il fatto di pagare le autostrade per ogni tratta poi è sconveniente soprattutto per i triestini, chi abita a Milano o a Roma ha già tutto quel che gli serve, da Trieste invece bisogna viaggiare, e pagare. I camion è giusto che paghino, perché inquinano, ma non la gente.
A proposito di triestini, secondo lei hanno superato una certa logica di confine?
La gente sì, i politici probabilmente no. Penso sia solo una questione di voti, legata al fatto che da voi il periodo elettorale dura cinque anni, tutto un mandato… Questo modo di fare si ripercuote fatalmente anche sulle relazioni. Ne parlavo col presidente Paoletti: troppo pochi privati, dall’una e dall’altra parte, hanno investito in iniziative transfrontaliere. Bisogna allestire dei tavoli, confontarsi, conoscersi.
Ha dei suggerimenti per la candidatura del futuro sindaco di Trieste?
Intanto credo sia sbagliato l’attuale sistema che vieta di ricandidarsi dopo il terzo mandato. Se uno ha fatto bene e ha il consenso perché deve farsi da parte? Non sarebbe un sistema assolutamente democratico? Detto questo, auguro a Trieste intanto che il candidato non sia un politico ma un imprenditore, meglio ancora se totalmente svincolato dai partiti.
E ai triestini cosa augura?
Di trovare presto degli sbocchi per il futuro. È vero, Trieste è una città molto anziana, ma ai giovani cosa è in grado di offrire? Chiaro che prima o poi sono costretti ad emigrare verso aree più dinamiche, il business abita lì… A meno che qualcuno non pensi di mostrare ai suoi figli la Ferriera o il rigassificatore e dir loro: ecco, quello sarà il tuo destino…
Ci sarà qualcosa che invidia a Trieste..
Piazza Unità. Grandiosa, bellissima. Luoghi del genere non si trovano tanto facilmente, con quei palazzi che danno al tutto un valore aggiunto.