"La musica può unire molto più di proclami ed editti, perché questi sono fatti di parole e le parole possono tradire. La musica invece non tradisce mai". Così il maestro Riccardo Muti spiega lo spirito de Le vie dell'amicizia, il tradizionale appuntamento del Ravenna Festival per diffondere, attraverso la musica, un messaggio forte di fratellanza tra i popoli. Da ormai quattordici edizioni il maestro Muti sale su un podio diverso all'anno per dirigere musicisti e coristi italiani, mescolati ai colleghi di nazioni martoriate, come è accaduto già a Sarajevo, Beirut, il Cairo, Damasco, New York all'indomani delle Torri Gemelle.
Quest'anno l'appuntamento è il 13 luglio a Trieste, città crocevia di popoli, quattordicesima porta verso l'Oriente del progetto e seconda meta italiana dopo Mazara del Vallo. Il maestro salirà sul 'podio' di Piazza Unità d'Italia, davanti a un'eterogenea platea di 8mila spettatori con la quinta naturale del golfo sul quale si affacciano tre popoli fratelli così a lungo divisi come l'Italia, la Slovenia e la Croazia.
Il nostro Presidente Giorgio Napolitano, riporta il sindaco Roberto Di Piazza, ha assicurato la sua presenza. Con lui ci sarà anche il presidente di Croazia Ivo Josipovic e si attende il Presidente di Slovenia Danilo Turk.
La Rai trasmetterà il concerto in diretta su Radio3 e, il 29 luglio, in seconda serata su Raiuno, preceduto da un approfondimento di Bruno Vespa, che ha dichiarato: ''La riconciliazione politica tra italiani, croati e sloveni probabilmente c'e' gia' stata. Ma vedere la riconciliazione fisica tra questi popoli nel nome di Muti e' un evento che non perderei per nulla al mondo''.
"Amicizia significa stringersi in un comune sentire – prosegue il maestro Muti – E noi abbiamo potuto toccare con mano che etnie diverse, di razze e pelle differenti, sentono tutte allo stesso modo. In questi quattordici anni, lo abbiamo visto ogni volta che abbiamo chiesto ai musicisti e ai coristi del luogo di suonare e cantare insieme. Non è mai stato importante conoscere i loro nomi o dibattere di questioni politiche e religiose. Certo – ricorda – è stato emozionante eseguire il Và pensiero a Ground Zero, ma mai come portare un testo cristiano come la Messa de requiem di Verdi a Gerusalemme, davanti a palestinesi e israeliani insieme".
A Trieste il maestro Muti ha scelto di rendere omaggio al compositore più amato da Beethoven (e precocemente trascurato in Italia), Luigi Cherubini, del quale corre il 250esimo anniversario della nascita, con il sontuoso Requiem in do Minore. Lo stesso che domenica prossima porterà a Parigi, nell'Abbazia di Saint-Denis, dove fu eseguito per la prima volta al cospetto di Luigi XVII che lo aveva commissionato.
In programma a Trieste, anche brani delle due nazioni gemelle. Già scelta la partitura slovena, con la Libertas Animi tratta dall'Anthem to the European Slovenia di Andrei Misson. Ad eseguirli saranno l'Orchestra giovanile Luigi Cherubini, la Giovanile Italiana, musicisti e coristi delle accademie di musica di Lubiana e Zagabria e del conservatorio Tartini di Trieste. Con loro il Coro Stagione Armonica, l'Accademico France Preseren di Kranj e l'Ensemble interprovinciale del Friuli, diretti dal maestro Sergio Balestracci.
(fonte Ansa)