TRIESTE È una vicenda complicata, con mille sfumature. Tanto che, sul concerto della pace che dovrebbe riunire i tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia il prossimo 13 luglio sotto il palco di piazza Unità, il silenzio è quasi inquietante. A maggior ragione dopo il mezzo incidente diplomatico legato alla visita sollecitata dal presidente sloveno Türk all’ex Hotel Balkan, ora Scuola Interpreti di cui, scherzi della storia, si celebra proprio in quel giorno il 90° anniversario dell’incendio appiccato dai fascisti. Anche un osservatore solitamente bene informato e addentro alle vicende come Piero Fassino del Pd preferisce glissare. «Quando ci sono di mezzo i presidenti – ammette – la cosa diventa delicata, meglio lasciare che la gestiscano loro».
La vicenda, complice il weekend, ha avuto eco relativa nella vicina repubblica. Del resto in Slovenia la domenica i quotidiani non escono, a parte l'edizione domenicale del ”Delo” e dunque l’informazione è stata relativa. Probabilmente se ne parlerà nei prossimi giorni, visto che è stato lo stesso quotidiano ”Delo” a chiedersi se Türk debba o no accettare l'invito del maestro Riccardo Muti. L'unico a farne parola è stato il telegiornale regionale del programma sloveno di Tv Capodistria, che ha pubblicato una breve notizia sull'attacco della «destra triestina e del sottosegretario Roberto Menia all'iniziativa dei tre presidenti», limitandosi a sintetizzare il pezzo pubblicato dal ”Piccolo”. Sulle altre testate della Slovenia e nemmeno sui loro siti Web, è stato pubblicato nulla. Nessuna notizia sugli sforzi diplomatici in corso neanche sul sito ufficiale del presidente sloveno Türk. La polemica, ricordiamo è stata innescata dal ”Delo” ed è continuata poi con Menia: riguardava il peso protocollare che sarebbe stato dato (o che si dovrebbe dare oppure non dare) alla visita dei tre presidenti all'ex sede del ”Narodni Dom” sloveno di Trieste.