Il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia, che è anche vicecoordinatore regionale del Pdl in Friuli Venezia Giulia, giudica "assolutamente ipocrita" la scelta per la quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e i Presidenti di Slovenia e Croazia, a Trieste il prossimo 13 luglio per il "Concerto dell'amicizia" di Riccardo Muti, renderanno omaggio all'ex hotel Balkan e al monumento all'Esodo, ma non alle Foibe, e per questa ragione non sarà presente al concerto.
"Non è obbligatorio cantare sempre nel coro – ha detto Menia raggiunto da Shanghai (Cina), dove è in missione istituzionale – e io trovo quella adottata una soluzione assolutamente ipocrita. Ci siamo fatti imporre a casa nostra – ha aggiunto – uno spartito scritto da altri". Nei giorni scorsi, rispondendo alle richieste dei giornali di Lubiana affinchè il Presidente sloveno, Danilo Turk, rendesse omaggio all'ex hotel Balkan, un albergo della comunità slovena incendiato proprio il 13 luglio di 90 anni fa dai fascisti, Menia aveva proposto che i tre Capi di Stato facessero tappa anche al Monumento nazionale delle Foibe a Basovizza, sul Carso triestino.
"Noto – ha aggiunto Menia, che è stato il primo firmatario della legge che ricorda l'eccidio delle foibe – che per la prima volta i Presidenti delle vicine Repubbliche, che dicono di non aver nulla da spartire con il passato, vengono in visita ufficiale a Trieste e mi chiedo perchè non si inginocchino alle foibe". Secondo Menia, il monumento all'Esodo degli Istriani, Friumani e Dalmati scelto dalle diplomazie quale luogo-simbolo in cui i tre Capi di Stato ricorderanno le vicende del passato è "un monumentino, una ex centralina dell'Enel, un simbolo privo di valore" (Menia era presente alla sua inaugurazione nel 2004 ndr).
Menia, inoltre, ha rigettato la ricostruzione che individua nell'incendio del Balkan "il primo atto di violenza degli italiani nei confronti degli sloveni" e "l'inizio del fascismo cattivo", tesi finalizzate a "un giustificazionismo" per il quale "in fondo le Foibe sono state quasi legittime". Per Menia, tutta la vicenda "è una situazione da Italietta" e "il colpo vero lo assegnano loro", ha aggiunto riferendosi agli sloveni. "Io – ha concluso – non ci sarò, non vedo cosa dovrei andarci a fare. Bastava fare il concerto, ma così io non sono obbligato a partecipare".
(dal sito internet del quotidiano Il Piccolo)