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12 lug – Un volantino riassume il clima del 1920

In questi giorni a Trieste verrà ricordato l'incendio antisloveno dell'ex Hotel Balkan, ma proprio in questi giorni riemerge un documento storico proprio del 1920 che riassume l'antefatto di quel che poi accadrà a Trieste. Si tratta di un volantino che, superando la censura governativa italiana dell'epoca, descrive una serie di gravi episodi anti-italiani.

"Italiani, gli effetti della politica Nittiana sono i seguenti:

Il 26 gennaio a Lubiana, Zagabria e Belgrado si sono svolte dimostrazioni selvagge contro l'Italia con atti vandali a danno dei Consolati e rispettivamente della LEgazione italiana.

Il 27 e 28 del detto mese a Spalato vennero devastati e saccheggiati tutti i negozi italiani, invase e gravemente danneggiate le sedi delle Società Italiane, strappate e bruciate le Bandiere d'Italia e lacerata in mezzo agli urli e alle contumelie più volgari l'immagine del nostro Re, gli italiani percossi e ingiuriati furono costretti a riparare in gran parte a bordo della R. Nave Puglia e di altri stazionari Alleati onde sfuggire alla caccia spietata cui erano fatti segno dalla turba ubriaca di odio. Un Piroscafo che batteva Bandiera Italiana fu assalito e l'equipaggio costretto ad ammainare il Tricolore che venne bruciato.

A Traù il 27 gennaio, il Piroscafo Danubio fu assalito a sassate e colpi di rivoltella, rimasto ferito il comandante e due donne che si trovavano tra i passeggeri; il Piroscafo riuscì ad allontanarsi dalla riva ma venne inseguito da un motoscafo armato Serbo che gli sparò contro qualche centinaio di colpi di mitragliatrice.

La Censura Italiana ha vietato alla stampa Italiana di rendere noti tali dolorosi avvenimenti.

Fratelli non permettete che sia più oltre calpestato l'Onore d'Italia".

Al di là dell'attendibilità o meno del testo, riuslta comunque evidente che il clima anti-italiano creato dagli slavi non poteva risultare indifferente a Trieste e l'incendio del Balkan (dove risiedeva il Narodni Dom allora anche deposito clandestino di armi degli sloveni) ne appare come una ulteriore tappa.

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