Marco Preve
L´inferno vicino a Marassi, vicequestore all´ospedale Il comandante del reparto mobile di Bolzaneto in ospedale, agenti e carabinieri contusi, le solite scene di guerriglia urbana, e il sospetto sempre più forte che l´unico modo per evitare disordini calcistici sia quello di impedire la vendita di biglietti alla tifoseria ospite. E´ il bilancio del pomeriggio di coppa Uefa, quando le teste calde della "torcida" dell´Hajduk, già ben predisposte alla battaglia, sono state innescate dall´assalto ad un gruppo di ultrà della Sampdoria. Agli agenti che si sono frapposti tra gli schieramenti, i supporter genovesi hanno fornito una delle abituali quanto assurde spiegazioni della filosofia ultrà: «Noi a casa loro non possiamo far nulla, loro sono venuti qui a fare i cortei in centro come fossero i padroni». La cronaca della giornata era iniziata già nella tarda mattinata quando un bus di tifosi croati si fermvaa all´area di servizio di Serra Riccò e saccheggiava l´autogrill. Alcuni di loro si spingevano pericolosamente vicino alle corsie dell´autostrada.
Alle 13 i primi pullman con alcune auto private sono già davanti allo stadio. Parcheggiati i mezzi i croati partono verso il centro. Attorno alle 15, in 150 si accampano in piazza De Ferrari. Cori, casse di birra e superalcolici ma nessun eccesso. Verso le 17.30 gli ultrà della "torcida Split" partono a piedi (rifiutano, infatti, di salire a bordo dei bus dell´Amt fatti arrivare appositamente) per il Ferraris scortati da camionette della polizia e dei carabinieri. In via Malta una bottiglia colpisce un passante senza gravi conseguenze. Quando il corteo di circa 300 tifosi è in vista dello stadio, all´altezza di ponte Serra, e sta per ricongiungersi con un altro gruppetto di circa 30 giovani, dall´altro lato del ponte si fanno avanti 150 ultrà doriani che lanciano pietre e bottiglie e impugnano spranghe e bastoni. Il contatto è evitato dalle forze dell´ordine, ma all´interno del recinto sotto la gradinata nord, gli altri supporter dello Spalato escono per dar manforte ai compagni. Anche qui poliziotti, carabinieri e finanzieri bloccano l´uscita ma lo scontro è duro. Cartelli, bottiglie, pietre, e tutto quanto serva come arma, viene utilizzato dai croati. La polizia carica e usa i lacrimogeni. Il vicequestore Piero Brasola viene colpito al viso e trasportato in ospedale. Altri agenti riportano traumi e contusioni leggere, anche un ultrà dello Spalato viene medicato. Alcuni tifosi italiani sono fermati e identificati e forse verranno denunciati. I tanti croati privi di biglietto fanno la colletta e acquistano i tagliandi. Poco dopo le 20 entrano finalmente tutti nello stadio. All´esterno un tappeto di cocci di bottiglia, auto e moto danneggiate. Durante la partita la tensione si allenta, ma quando finisce, il cordone di sicurezza viene rafforzato e i croati sono trattenuti nello stadio fino a notte inoltrata. Per spegnere la "torcida", in attesa che i blucerchiati se ne tornino tutti a casa. (31 agosto 2007)