di MATTEO UNTERWEGER
TRIESTE Prima auspicata, poi confermata ufficiosamente, e ancora messa improvvisamente in dubbio dal tira e molla diplomatico. Infine, annunciata in via ufficiale. La presenza dei tre Presidenti delle Repubbliche di Italia, Slovenia e Croazia, tutti assieme per la prima volta, oggi a Trieste scrive una nuova pagina della storia della città. Prima della cena in prefettura e del concerto diretto dal maestro Muti in piazza Unità, uno al fianco dell’altro, Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipovic visiteranno l’ex hotel Balkan, il Narodni Dom sloveno dato alle fiamme dai nazionalisti italiani esattamente novant’anni fa, per spostarsi subito dopo davanti al monumento che in piazza della Libertà ricorda i 350mila esuli istriani, fiumani e dalmati.
LA QUERELLE Questo hanno deciso direttamente i Capi di Stato, come noto da qualche giorno, mettendo di fatto fine al rincorrersi di proposte che erano partite con la richiesta della stampa slovena al proprio Presidente Türk di spingere per un omaggio all’ex Balkan. Una posizione cui aveva fatto subito seguito la risposta del sottosegretario triestino del governo italiano Roberto Menia, il quale aveva chiesto allora una visita alla Foiba di Basovizza. Da lì, il via alle trattative diplomatiche, volte a trovare sì una soluzione ma anche a evitare qualsiasi tipo di tensione in un’area cui il Novecento ha riservato profonde ferite. E che porta in dote, sul suo territorio, testimonianze di memorie diverse. La soluzione, infine, l’hanno trovata il presidente nazionale dell’Anvgd Lucio Toth e l’esponente del Pd già sottosegretario al Commercio internazionale con il governo Prodi, Milos Budin: «Si faccia un passaggio al Narodni Dom, così come ci si fermi al monumento che ricorda l’esodo in piazza della Libertà, assicurando pari dignità alle diverse memorie ferite», è stato il loro pensiero rivelatosi comune. Un programma alla fine approvato dai tre Capi di Stato.
LA MATTINATA Se per i Presidenti sloveno e croato la giornata triestina inizierà solo nel tardo pomeriggio, quella di Giorgio Napolitano partirà invece dalla mattinata. Alle 11.15 il Presidente della Repubblica è atteso in via Bonomea 265 alla nuova sede della Sissa. Lì, prima della cerimonia di inaugurazione ufficiale fissata alle 11.30, incontrerà il Senato accademico e i rappresentanti degli studenti della Scuola internazionale. Subito dopo, la celebrazione, che lo stesso Capo dello Stato chiuderà con il suo intervento dopo quelli del direttore della scuola Stefano Fantoni, del sindaco Roberto Dipiazza, del presidente della Regione Renzo Tondo e della presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. In forte dubbio invece la presenza del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
PREFETTURA Alle 12.35 Napolitano raggiungerà la prefettura, in piazza Unità, per pranzare. Il protocollo ufficiale della giornata prevede alle 18.20 l’arrivo al palazzo del governo di Danilo Türk e Ivo Josipovic. Dieci minuti dopo, i tre capi di Stato si sposteranno su un pullmino fino in via Filzi, all’ex Balkan. Lì, alle 18.35, sarà il Presidente sloveno a deporre una corona di fiori, portata a spalla da due militari, davanti alla targa che all’ingresso ricorda l’incendio del 13 luglio 1920. Alle 18.45, la tappa in piazza della Libertà con il Presidente Napolitano che, a sua volta, accompagnato da due corazzieri sistemerà un’altra corona alla base del monumento all’esodo.
CENA I Presidenti rientreranno in prefettura alle 18.55 e si intratterranno a colloquio per poco meno di mezzora. Alle 20, dopo che Türk e Josipovic saranno usciti e rientrati alle 19.50 a palazzo, è programmata la cena ufficiale offerta dal Capo dello Stato italiano in onore dei due omologhi stranieri. Alle 21.20 i tre Presidenti scenderanno in piazza Unità per sistemarsi in platea e assistere al concerto “Le vie dell’amicizia”, preceduto dagli inni nazionali di Italia, Slovenia e Croazia. Alle 22.35 Napolitano lascerà la piazza, per accomodarsi di nuovo in prefettura dove trascorrerà la notte. Domattina, alle 9, la partenza alla volta di Udine.