Gli esuli capodistriani ricordano oggi il concittadino Pio Riego Gambini, alle 11, nell’aula magna del liceo ginnasio Dante Alighieri. A cura della Fameia capodistriana, presieduta da Piero Sardos Albertini, verrà deposta una corona d’alloro davanti all’erma della Medaglia d’argento al valor militare Gambini per celebrare il novantacinquesimo anniversario del suo sacrificio alle falde del Podgora. La commemorazione sarà tenuta dal giornalista di origine capodistriana Ranieri Ponis.
Come ricorda l’allora presidente della Compagnia volontari giuliani e dalmati di Trieste, Guido Slataper, Pio Riego Gambini si era staccato dal padre il 29 giugno 1915 nella sua casa di Semedella (Capodistria), allorchè il treno che portava trecento volontari irredenti si era mosso diretto al fronte, destinazione Podgora. Scriverà Antonio De Berti che Pio Riego Gambini volle rinunciare a tutte le facilitazioni che i suoi studi universitari e la sua seria preparazione militare gli potevano concedere. Aveva già, stando in linea, compiuto il corso di ufficiale.
Ammalato, rifiutò di farsi ricoverare. All’alba del 19 luglio la voce dell’artiglieria dava il segnale. Si frantumava il Carso. Eppure bisognava conquistare Podgora, un macigno che divorerà troppi giovani corpi. Una palla fora la spalla di Gambini, ma lui non vuole ritirarsi. La morte ripassa più vicina ancora: un secondo proiettile al fianco lo porta via per sempre.