(ANSA) – TRIESTE, 6 SET – L'insegnamento della lingua e della cultura friulana entra nelle scuole e negli uffici pubblici del Friuli Venezia Giulia. E' quanto prevede la bozza licenziata oggi dalla Sesta Commissione del Consiglio regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il provvedimento è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza di Intesa Democratica, quelli contrari dei consiglieri di Forza Italia Piero Camber e Bruno Marini e del consigliere di An Paolo Ciani, l'astensione dei consiglieri Claudio Violino (Lega), Roberto Molinaro (Udc) e Massimo Blasoni (Fi). La bozza, che prevede anche l'uso veicolare del friulano per l'insegnamento delle altre materie, introduce la possibilità per i cittadini di rivolgersi in friulano agli uffici, chiedendo atti e risposte in friulano. La bozza indica che ad essere valorizzata e promossa è la lingua e la cultura friulana nelle sue diverse espressioni locali. Si prevede che l'insegnamento della lingua e cultura friulana non si applichi indistintamente su tutto il territorio regionale, ma nei 178 Comuni riconosciuti come friulani dalla legge 15 del 1996. Questi, tuttavia, potranno chiedere di uscire dalla territorializzazione al presidente della Regione, con delibera motivata da parte del Consiglio comunale – assunta con una maggioranza semplice – entro un anno dall'entrata in vigore della legge. L'insegnamento della 'marilenghe' non sarà tuttavia obbligatorio. All'inizio di ogni ciclo scolastico – scuola dell'infanzia, primaria, secondaria di primo grado – gli istituti scolastici dovranno chiedere alle famiglie di esprimersi sulla volontà di non avvalersi dell'insegnamento del friulano, che sarà garantito, per almeno un'ora la settimana, nelle scuole del primo ciclo per l'intero anno scolastico. In quelle del secondo ciclo, si aggiunge l'insegnamento della lingua e della letteratura friulana, negli istituti a indirizzo linguistico e pedagogico. Ma la bozza introduce anche il friulano come lingua veicolare, ovvero per l'insegnamento di altre materie, nelle scuole del secondo ciclo dove verranno formate classi omogenee. Ruolo centrale verrà assunto dall'Arlef (Agenzia regionale per la lingua friulana), chiamata a certificare la conoscenza del friulano. Ogni cinque anni, inoltre, definirà il Piano generale di politica linguistica (Pgpl), che dovrà garantire ai cittadini di lingua friulana l'esercizio dei diritti linguistici. Spetterà invece all'Ufficio scolastico regionale accertare annualmente la disponibilità di docenti di friulano. Compito della Regione sarà anche sostenere la produzione di materiali audiovisivi in lingua e le emittenti radiofoniche e televisive che utilizzano il friulano nei loro programmi. Non solo, la Regione incentiverà le pubblicazioni periodiche scritte interamente o prevalentemente in friulano. (ANSA).