Soddisfatte tutte le curiosità sulle origini e sul significato della presenza della capra in campo blu sullo stemma dell'Istria, alcuni polesani (specie molti dei loro discendenti) si chiederanno ora analoghe informazioni sul simbolo che rappresenta la nostra città: lo scudo crociato.
I primi cenni storici "sicuri", dai quali poter iniziare, risalgono all'incirca all'anno 1331, ossia al momento in cui la famiglia dei Castropola, sino ad allora indiscussi signori di Pola, perde ogni suo potere sull'amministrazione della stessa. Addirittura, tutti i componenti della famiglia ne vengono cacciati con la forza.
Sappiamo per certo che sino a questa data la nostra città non possedeva una insegna propria, in quanto non esisteva il comune quale organo di reggenza. Il governo di essa era, infatti, sempre affidato ad un Castropola che veniva investito del titolo di "Capitano generale del popolo". Vedremo poi come i Castropola si fregiassero di un "loro" stemma di famiglia, che era comunque di esclusiva appartenenza al casato. Nel 1331, dunque, Pola si libera dall'egemonia di questa dispotica famiglia e, contemporaneamente e per sempre, dall’autorità esercitata sulla città dal governo di Aquileia. Ne deriva che, per venire adeguatamente amministrata, in quello stesso anno Pola chiede ed ottiene la protezione della Serenissima Repubblica di Venezia, la quale invia in città un suo Provveditore con pieni poteri gestionali. Per quanto attiene alle questioni militari, invece, viene nominato un "comes", che provvede a questa allora importante bisogna. Soltanto parecchi anni dopo le due cariche vengono unificate ed affidate ad una sola persona che assume il titolo di "Conte Provveditore".
Durante tutto il lungo periodo del protettorato veneziano, Pola ancora non si fregia di un insegna propria ma, proprio in rispetto della Repubblica di Venezia, ne adotta il venerato simbolo del leone alato. E' questo l'emblema che ritroviamo in tutte le città soggette alla Serenissima, per cui anche a Pola appare posizionato su diversi edifici, quali il Castello ed il Municipio, anche se su questo in forma di "moleca". Con questa situazione si arriva sino ai primi anni del 1800, quando il noto storico Camillo De Franceschi ci riporta di aver trovato citato per la prima volta lo scudo crociato in una lettera della cosiddetta Municipalità indirizzata, nell'ottobre del 1807, all'Ordinariato Vescovile di Pola. Ma si tratta di un semplice sigillo a scudo ovale, senza legenda, sormontato da una corona non meglio precisata, a fiorami o a gigli. Lo studioso lo identifica sì in uno scudo cittadino (non di un nobile casato, perciò), ma che non ricorda affatto quello da noi oggi conosciuto. Araldicamente definito come "di verde alla croce d'oro", il nostro attuale scudo cittadino non lo troviamo raffigurato in nessuna pittura, scultura o sigillo prima dell'epoca della dominazione francese, nella qual epoca ci compare per la prima volta.
Certamente è risultanza e frutto di tradizioni e ricordi di tempi antecedenti, dei quali non possediamo testimonianze. D'altra parte sappiamo che, dopo l'aggregazione delle Province illiriche e l'istituzione delle Mairie (municipalità alla francese) queste dovettero far uso di un sigillo uniforme per tutte; da cui ecco le prime comparizioni di emblemi comunali specificamente riferiti alle singole e diverse comunità. Sempre dal De Franceschi apprendiamo che è con la restaurazione austriaca che l'autorità comunale di Pola riprende l'uso del suggello con la croce, per abbandonarlo non troppo tempo dopo e sostituirlo, nel 1814, con l'aquila bicipite asburgica. Questo stato di cose si protrae fino al 1846 quando, con il riordinamento dei comuni istriani, la neo costituita Amministrazione comunale di Pola riadotta definitivamente lo stemma con la croce. Di forma pressoché identica a quello dell'epoca francese, questo stemma presenta anche in alto, ai lati della corona, le iniziali maiuscole C.P..
Esso si differenzia notevolmente dal conosciuto "arme di famiglia" del casato dei Castropola – scudo tipico, in quanto alla forma, a quelli del XIV secolo, consistente in "bande" bianche e rosse, con la bordatura a scacchi pure bianchi e rossi alternati – che troviamo posizionato in un archivolto della Cappella di San Giovanni, annessa al Chiostro di San Francesco, fatta costruire, secondo la storia, per servire da sepoltura di famiglia, e comunque non rammenta, neanche lontanamente, quello che è oggi da noi tutti riconosciuto come l'emblema storico della città di Pola. Questo è quanto gli studiosi, della caratura del De Franceschi, ci hanno tramandato. Il tutto non soddisfa affatto le nostre curiosità in merito a origine e motivazione per la quale, nello stemma di Pola, ancor oggi troviamo il color "verde alla croce d'oro", ragione per cui se qualcuno ne sapesse di più è pregato di farsi avanti.
VENIERO VENIER