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A Laguna Seca Andretti torna sulla Lotus (NewsItaliaPress 26 set)

MARIO ANDRETTI: ' I VECCHI AMORI NON SI DIMENTICANO MAI'
A 68 anni, a Laguna Seca, il campione risale a bordo della Lotus 79 con la quale vinse il titolo mondiale.

Laguna Seca – Il 'reduce' campione del mondo di formula uno Mario Gabriele Andretti, a circa 15 anni dal suo 'addio alle armi' rimane una forza dominante nel mondo delle quattro ruote.E durante la 35ma Rolex Historic Automobil Race svoltasi sul mitico tracciato di Laguna Seca, Mario (Piedone) e' stato ospite d'onore in mezzo ad un vasto campo di personalita' sportive.Senza scomporsi, col sorriso sulle labbra, Mario ha tenuto una 'press conference' per la giovane leva giornalistica di questa nazione.L'oriundo istriano nel corso della sua stupenda carriera ha vinto la 500 miglia di Indianapolis (1969) la Daytona 500 (1967) la Formula Uno (1978) oltre a partecipare con successo, in tutte le altre categorie immaginabili.L'ex campione non si e' scomposto piu' di tanto allorche' gli hanno mostrato la Lotus 79 con la quale vinse il campionato mondiale e salitovi visibilmente emozionato, inanellava piu' volte il circuito.Dopo la 'riunione' con la macchina che Mario domo' nel 1979,era il momento degli autografi.Tanti, copiosi che Mario ha regalato con grande piacere. Ancor piu' interessante e' stata la visita alla rinomata vineria che porta il suo nome, e gradita la degustazione.Ecco alcuni passi dell'intervista per New Italia Press.Mario, emozionante il tuo ritorno a Laguna Seca?'Ho avuto altri inviti del genere,per la medesima manifestazione, ma il mio programma adesso, tu lo sai, e' sovraccarico. Come si dice'c'e tanta carne al fuoco che non si puo' abbandonare. Mi rende felice il fatto questi sportivi si divertono e mostrano un sorriso grande come la Luna. Ora la mia attivita' si svolge in un altro mondo totalmente diverso. Posso godermi il suono dei motori, l'odore delle gomme, bere un buon bicchiere di vino alla vigilia di una corsa senza incorrere in rabbie per il mal funzionamento di un settore della vettura. E' insomma una 'good life' invidiabile. E qui' a Laguna si risvegliano ricordi indimenticabili dei vecchi amori'.Emozionato salendo sulla'tua' Lotus 79?'Mi ha riportato tante memorie e mi fanno godere al pensiero che son trascorsi tanti anni eppure sono risalito su un bolide da corsa. Una volta nell'abitacolo ho provato la sensazione di non aver mai lasciato le corse. Ringrazio Steve Earl (organizzatore di Laguna Seca) per avermi data la gioia di riabbracciare una cara 'persona' mai dimenticata'.Mario la '79' resta sempre la tua macchina preferita?'E' senza dubbio una delle preferite della mia carriera,una di quelle macchine che ho 'capito' di piu' che mi ha permesso di estrarre tutto cio' che una macchina puo' darmi. Fu un compenso magnifico'.Qual e' il momento della tua carriera che ricordi con passione?'Senza dubbio il capitolo della mia storia automobilistica parla del Gran Prix italiano di Monza, e poi il giorno in cui conquistai definitivamente il titolo mondiale. In Italia vidi per la prima volta una corsa di Formula uno all'eta' di 14 anni. Mi trovavo ancora nel campo dei 'rifugiati', dove veramente il mio sogno comincio' a costruire la mia carriera. I mie idoli allora erano Fangio,Castellotti,Moss ed Ascari che ebbe grande influenza sulla mia decisione di dedicarmi a questo sport.La mia prima gara fu ad Ancona.Era di F.Junior , e da quel momento non ebbi piu' pace'.Mario,qual e' il vero punto estremo per un pilota? Esiste? O e' il frutto dell'immaginazione, come io penso?'Il limite e' determinato dal feeling che si instaura con il proprio mezzo o siamo noi che lo definiamo. Chi puo' dire che non potrebbe essere altro al punto che noi riteniamo insuperabile?'.Gia', chi lo puo' dire? Coraggioso,generoso,serio professionista, al suo nome sono legate alcune delle piu' belle vittorie Ferrari. Un pilota sospinto da una grande voglia di vincere,una voglia straripante, assoluta, cocciuta, senza ripensamento. Questo era e resta il "Grande Mario" che a 68 anni non dimentica i 'vecchi amori' rombanti e li indica a noi, fedeli osservatori delle sue gesta. Lino Manocchia News Italia Press

 

 

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