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A ottobre riparte la marcia croata verso l’UE (Il Piccolo 17 set)

TRIESTE Dopo l'accordo sulla disputa di confine con la Slovenia, il negoziato sull'adesione della Croazia all'Unione europea riprenderà all'inizio di ottobre. La presidenza svedese della Ue ha convocato infatti per il 2 ottobre la prevista conferenza intergovernativa, anticipandola di due settimane rispetto ai termini iniziali, e volendo in tal modo accelerare il cammino di Zagabria verso Bruxelles, bloccato per dieci mesi dal veto sloveno. Lo riferisce l'agenzia di stampa croata Hina, citando un comunicato del governo di Zagabria nel quale si rende nota la decisione della presidenza dell'Unione. La decisione di convocare la conferenza è stata presa, si legge nel comunicato, «dopo consultazioni con la Slovenia e dopo che la presidenza svedese ha preso atto delle garanzie date dalla Croazia» sulla disputa frontaliera tra i due Paesi. Tale disputa aveva causato il veto di Lubiana sul negoziato fra Zagabria e Bruxelles, caduto dopo l'intesa dei giorni scorsi fra i due paesi ex jugoslavi. Il governo croato ha inoltre riferito che i colloqui diretti sulla delimitazione nel Golfo di Pirano, nel nord Adriatico, riprenderanno contemporaneamente alla ripresa dei negoziati per l'ingresso nella Ue. La Croazia spera di concludere i negoziati nella prima metà del 2010 per entrare nell'Unione nei primi mesi del 2011.

Il semaforo verde alla Croazia giunge dopo che il premier sloveno Borut Pahor ha relazionato sui colloqui avuti con la «collega» croata Jadranka Kosor alla commissione Esteri del Parlamento di Lubina. Che, dopo sei lunghe ore di dibattito ha approvato la relazione del premier. La maggioranza ha votato «sì», mentre il principale partito di opposizione, i socialdemocratici si sono astenuti. Il «no» è giunto dal Partito naziole sloveno (estrema destra) e dai Popolari.

Il premier Pahor ha spiegato che la Croazia ha accettato che il contenzioso sui confini venga risloto con un arbitrato internazionale oppure con accordi bilaterali. Il problema confinario, ha ribadito il premier sloveno, secondole dichiarazioni croate è sì un problema bilaterale ma che va inquadrato nell’ottica europea. La novità, ha precisato Pahor, è che nella lettera inviata dal primo ministro croato Jadranka Kosor alla presidenza svedese di turno dell’Ue si precisa come la questione confinaria fa parte del processo di adesione della Croazia all’Ue e che potrebbe essere risolta sia con un accordo bilaterale con Lubiana sia in base a un arbitrato.

Il secondo passo fondamentale che ha indotto la Slovenia a togliere il veto al processo di adesione della Croazia all’Ue è la lettera che la stessa premier Kosor ha inviato al governo di Lubiana dicendosi assolutamente d’accordo nell’adottare la cosiddetta seconda soluzione Rehn (commissario Ue all’Allargamento). La risoluzione Rehn prevede un tribunale formato da 5 membri di cui uno scelto dalla Slovenia e uno dalla Croazia; i punti cardine con cui si cerca una soluzione sono il diritto internazionale, l’equità, buoni rapporti di amicizia, il raggiungimento di un’equa soluzione. Il compito dell’arbitrato internazionale sarà quello di stabilire i confini terresti e marittimi (leggi Golfo di Pirano), il collegamento della Slovenia con le acque internazionali, nonché il regime di passaggio delle navi nella suddetta area. (m.man.)

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