A seguito dei lavori in corso nel parco dedicato agli illustri istriani, Park istarskih velikana, sono emerse alcune testimonianze architettoniche che rimandano al Ginnasio Reale Provinciale. Inaugurato il 18 settembre 1902 su progetto dell’ingegner Ernesto Deyak, il Ginnasio fu realizzato dagli imprenditori Nicola Uicich e Antonio Runco. La struttura fu costruita in un’epoca in cui, a partire dalla fine del XIX secolo, si delinearono i contorni dell’odierna piazza Libertà. Con la costruzione delle strade che portavano le une a Fiume e le altre a Pola, si delinearono i contorni del quartiere di Pristava, mentre il lato occidentale della piazza fu chiuso alla fine del XIX secolo da una serie di edifici. A est fu costruito il Ginnasio Reale Provinciale, a sud prese forma, nel 1905, il Narodni dom, mentre a nord fu elevato, nel 1912, il teatro comunale.
L’edificio scolastico era riservato agli alunni frequentanti la scuola inaugurata nel 1899. Nel 1916, nel corso della Prima guerra mondiale, le lezioni furono interrotte. Riaperto nel 1918, fu due anni dopo trasformato in Istituto Tecnico e nel 1923 in Liceo Scientifico. Inizialmente fu realizzato soltanto il pianoterra, ma poi, visto l’aumentato numero di alunni, fu aggiunto il primo piano e dopo anche il secondo, inaugurato il 10 ottobre 1926, quando fu scoperto anche il leone marciano dell’ing. Lotti, oggi custodito al Castello di Pisino, murato sulla facciata. Fu edificata allora anche una piccola torretta con orologio. Il 4 ottobre 1943 l’edificio fu bombardato. Le lezioni continuarono in locali improvvisati fino al 30 giugno 1946 e nel successivo mese di settembre la scuola fu trasferita a Rovigno. Seguì la demolizione della sua sede a Pisino. Dal 1919 era intitolata a Gian Rinaldo Carli. Era frequentata da alunni provenienti da tutta l’Istria. Tra i più illustri: il musicista e compositore Luigi Dallapiccola, il poeta gradese Biagio Marin, lo scrittore capodistriano Pierantonio Quarantotti Gambini. Tra i direttori ricorderemo Silvio Mitis e Pio Dallapiccola.
Con i lavori sono emerse le fondamenta dell’edificio e una struttura che forse aveva la funzione di fossa biologica. Il Museo civico di Pisino, cui è stata affidata la sovrintendenza archeologica, ha documentato i ritrovamenti e i lavori sono proseguiti dopo i rilevamenti tridimensionali.
Fonte: La Voce del Popolo – 06/07/2021