Il 4 maggio 1949, Rudy Trontel viaggiava sul treno che lo avrebbe portato a Torino; quella era la sua nuova destinazione dopo aver trascorso un breve periodo nel campo profughi di Ferrara. All’inizio dell’anno aveva dovuto abbandonare Fiume, insieme alle due figlie Nevia e Graziella, mentre all’amata moglie era stato negato il lasciapassare dai nuovi occupanti della città, ormai in mano jugoslava.
Tuttavia, l’inizio della primavera portava buone notizie poiché l’agognato permesso di espatrio era finalmente giunto anche per la mamma delle due bambine.
Intanto, Rudy, che era stato un operaio specializzato del silurificio di Fiume, venne a conoscenza di concrete opportunità lavorative nel capoluogo piemontese. D’accordo con la moglie, sebbene a malincuore, la famiglia dovette separarsi ancora una volta per porre le basi del proprio futuro.
Il viaggio in treno, da Ferrara a Torino, veniva scandito anche dai pensieri; uno tra tutti riportava la mente di Rudy agli anni ’30 quando allenava la modesta squadra calcistica del silurificio e cantiere di Fiume: la Leonida. Tra i suoi “ragazzi” ve n’era uno di umili origini ma particolarmente dotato che avrebbe fatto strada nel calcio con la T maiuscola.
Rudy sorrideva pensando proprio a lui, e a quella sua andatura possente sul campo di gioco che un giorno gli aveva fatto esclamare: “Ciò Ezio, ti me par tutto un elefante” e quel soprannome lo avrebbe seguito per il resto della sua carriera.
Da allora Ezio Loik ne aveva fatta di strada, passando dalla Fiumana al Milan e al Venezia approdando definitivamente al Torino Calcio del presidente Ferruccio Novo, sotto la guida di Ernest Egri Erbstein. Quello era il Grande Torino, e uno dei ragazzi di Rudy entrava nella leggenda granata proprio in quel triste pomeriggio di pioggia.
La notizia scosse l’Italia e il mondo intero. Rudy Trontel, esule fiumano, non potè mai congratularsi di persona col suo “Elefante granata” per quei traguardi calcistici, ma trasmise alla proprie figlie questa storia d’amore per una maglia che ancora oggi mette brividi d’amore per chi sa onorarla.
Il Comitato provinciale di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ringrazia la Signora Graziella Trontel per la sua testimonianza.