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A Viterbo si parla della Dalmazia (tusciamed.com 01 dic)

Forse non tutti sanno che da diversi anni, a Viterbo, si svolgono mostre-conferenza sulla Dalmazia, l’ultima nella primavera del 2010 nell’ex chiesa di San Giovanni degli Almadiani.

 

Secondo un fortunato titolo di un libro degli anni ‘70, esistono almeno in Europa diverse nazioni proibite: la Catalogna, il Paese Basco, la Galizia, l’Occitania, la Bretagna, la Corsica, la Sardegna, il Friuli e oggi, secondo alcuni, la Padania. Eppure c’è anche una nazione proibitissima: la Dalmazia, giacché la lingua neolatina che si parlava in essa, che era da cerniera tra le parlate friulane e quelle romene, si estinse nel 1898 nella persona di un vecchio dell’isola di Veglia(Krk), unica lingua neolatina morta, mentre il dalmata di Ragusa si era estinto più di 4 secoli prima (già nel ‘700 si erano estinti il cornico, celtico, il prussiano, baltico e il pantesco, arabo). La Dalmazia infatti non era stata invasa dalle popolazioni slave provenienti dalla Russia che nel VII secolo d.C. avevano invaso quell’Illiria che originariamente parlava una lingua indoeuropea, l’illirico appunto, così come Novgorod in Russia non fu mai sotto i Tartari. Essa dapprima, con le sue isole, le sue grotte, i suoi anfratti, era un nido di pirati e i suoi re vivevano di pirateria. Alla fine della I Guerra Punica, i mercanti, continuamente assaliti da questi pirati, chiesero aiuto al Senato di Roma. Ma il Senato rispose loro picche. Allora la regina dei pirati, Teuta in persona, partecipò alla conquista dell’Epiro. Gli Epiroti chiesero di entrare nella Lega Illirica. Il Senato di Roma decise di inviare un messo. Questi si chiamava Coruncanio e chiese alla regina di deporre le armi. Ma sulla via del ritorno Coruncanio fu ucciso forse per volontà della stessa regina. Il Senato mosse guerra alla regina e vinse.

 

Che fine fece Teuta? Alcuni tramandano che sfilò a Roma in catene, altri che non se ne seppe più nulla. Venuta a far parte della Repubblica di Venezia (lo stile architettonico veneziano è presente anche a Ragusa, che solo per breve tempo fu sottomessa a Venezia), la Dalmazia fu teatro delle scorrerie dei pirati Uscocchi (ai primi dell’Ottocento Lazzaro Scacerni, protagonista del romanzo “Il mulino del Po” di Riccardo Bacchelli, è ospitato da un ex pirata, Michele Bergando detto il Raguseo). Passata all’Austria nel 1797, la Dalmazia dopo la I Guerra Mondiale fu assegnata alla Iugoslavia, nonostante le proteste dell’Italia, che purtuttavia conservò sino al 1947 la provincia di Zara (2 comuni). Dal 1991 la Dalmazia è divisa tra Croazia e Montenegro.

 

Giancarlo Di Lorenzo / www.tusciamedia.com 

1° dicembre 2011 

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