di ANDREA MARSANICH
ABBAZIA A distanza di molti decenni, Abbazia potrebbe nuovamente avere una scuola elementare con lingua d’insegnamento italiana. I vertici municipali della Perla del Quarnero (comune in mano al centrosinistra) hanno espresso infatti pieno appoggio al progetto e lo hanno fatto nel corso di un cordiale incontro avutosi nella sede della Comunità degli Italiani abbaziana, in quel di Volosca. È stato come un incontro tra vecchi amici quello che ha visto presenti il presidente e la segretaria del sodalizio dei connazionali, rispettivamente Pietro Varljen e Norma Tuliak Srbulj, il vicesindaco e il presidente del consiglio cittadino, Ernie Gigante Deskovic e O’ Brien Sclaunich, la rappresentante della Comunità nazionale italiana nella Città di Abbazia, Sonja Kalafatovic, appuntamento al quale più tardi ha partecipato anche il sindaco Ivo Dujmic. Il presidente della Ci, Varljen, ha esternato il suo compiacimento per l’operato delle quattro sezioni italiane presenti in altrettanti giardini d’ infanzia ad Abbazia (due, di cui uno privato), a Laurana e a Mattuglie. Le sezioni italiane, che possono beneficiare degli aiuti stanziati dalla municipalità abbaziana, sono frequentate da una sessantina di frugoletti, cifra che attesta l’interesse verso questo prezioso servizio e nei riguardi della lingua e cultura italiane, radicate nei secoli lungo la riviera liburnica. «Purtroppo l’insegnamento prescolare italiano non ha un seguito – ha detto Varljen – in quanto Abbazia non ha una scuola italiana. I bambini connazionali vengono pertanto iscritti alle scuole italiane di Fiume, il che comporta sacrifici per i genitori o i nonni degli alunni. Avere una scuola italiana ad Abbazia sarebbe come realizzare un bellissimo sogno». Un sogno che potrebbe però diventare realtà, in base a quanto dichiarato dal vicesindaco Ernie Gigante Deskovic, nazionalità italiana e appartenente alla Dieta democratica istriana: «Ho parlato del progetto assieme al console generale d’Italia a Fiume, Fulvio Rustico – così il vicesindaco – ed entrambi ne abbiamo ribadito l’ estrema importanza. Colgo pertanto l’occasione per invitare la Comunità degli Italiani, l’Unione Italiana e ilConsolatogenerale d’ Italia a Fiume, affinché mettano in moto colloqui formali con la nostra municipalità, allo scopo di realizzare il progetto di una scuola per connazionali nella Perla».
A Volosca si è parlato pure della nuova sede della Comunità, che dovrebbe sorgere nell’ambito del futuro centro d’affari «Andrija Stanger», nei pressi dei Mercati cittadini. Purtroppo la costruzione del complesso sta conoscendo battute d’arresto e con esso anche la realizzazione dei nuovi ambienti comunitari. In tal senso, la Kalafatovic ha ricordato l’impegno della Città di Abbazia, peraltro suggellato da un accordo sottoscritto mesi fa dal presidente della Giunta esecutiva dell’ Unione Italiana, Maurizio Tremul, dalla vicepresidente Ui, Agnese Superina e da Mladen Sinozic, direttore esecutivo della municipalizzata Opatija 21. «Il nostro impegno rimane – ha ribadito Gigante Deskovic – ma è impossibile dire quando il centro sarà inaugurato. Se i tempi dovessero allungarsi, cercheremo di individuare un immobile alternativo per il sodalizio voloscano e comunque ubicato in centro città. L’attuale sede, pur essendo dignitosa, è del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze delle centinaia di iscritti». Ricordiamo che l’Unione italiana è pronta a versare 660 mila euro lordi per la nuova sede. La municipalità, così l’intesa, riserva gli ambienti, che poi l’Ui acquisterà tramite concorso mirato. L’attuale sede a Volosca (i soci sono circa 400) dispone di una sessantina di metri quadrati, mentre quella nel centro «Andrija Stanger» dovrebbe estendersi su 200–250 mq.