Caro Abdon Pamich,
in occasione del tuo 90° compleanno, desideriamo inviarti i più calorosi auguri!
È un vero onore poterti festeggiare in questa giornata così speciale. Tu sei un vero e proprio esempio di determinazione, passione e successo, un’icona nel mondo dello sport e un orgoglio per l’Italia.
La tua straordinaria carriera da atleta olimpico ha ispirato generazioni di appassionati di sport. Hai dimostrato che con impegno, lavoro duro e tenacia, ogni obiettivo può essere raggiunto. I tuoi risultati e le tue vittorie hanno fatto la storia e sono un patrimonio per il nostro Paese.
Ma quello che veramente ci rende fieri di te è il tuo carattere umile, la tua generosità e il tuo impegno nel sostenere e motivare gli altri. Hai sempre dimostrato una grande disponibilità nel condividere le tue esperienze e la tua saggezza con chi ne ha bisogno.
Abdon, in questa occasione speciale, speriamo che tu possa trascorrere un giorno pieno di gioia, circondato dall’affetto della famiglia, degli amici e di tutti coloro che ti ammirano. Auguriamo che tu possa vivere questa nuova tappa della tua vita con serenità, salute e felicità.
Ti ringraziamo per il tuo immenso contributo allo sport italiano e per l’ispirazione che hai offerto a tutti noi, e anche per la tua recente visita a Novara.
La tua determinazione e il tuo amore per l’atletica sono un faro che guida molte persone nella loro ricerca di successo e realizzazione personale.
Caro Abdon, auguriamo che i tuoi 90 anni siano solo l’inizio di un nuovo cammino ricco di grandi soddisfazioni e di emozioni indimenticabili. Celebriamo il tuo talento, la tua forza e il tuo spirito straordinari!
Con affetto,
il Consiglio Direttivo dell’Anvgd Novara con il presidente Flavio Lenaz
«Da ragazzino la vita per me è stata davvero dura, in confronto la fatica che ho poi fatto nello sport è nulla». Chi ricorda le Olimpiadi degli anni Sessanta non può aver dimenticato Abdon Pamich, il marciatore che ai Giochi olimpici di Tokyo, nel 1964, regalò all’Italia l’oro − e record olimpico tuttora imbattuto − nella 50 chilometri. Ma la vita di Pamich non è solo legata alle Olimpiadi, ben cinque, in cui ha dato filo da torcere agli avversari.
Nato a Fiume nel 1933, nel 1947 Pamich scappa dal regime di Tito che ha occupato l’Istria, Fiume e Zara. Ha 13 anni e assieme al fratello giunge in Italia, si rifugia nel campo profughi di Novara e lì trascorre un anno prima di riuscire a ricongiungersi con il padre, che nel frattempo aveva trovato lavoro a Genova. Oggi vive a Roma e, dopo aver marciato e messo a frutto le lauree in psicologia e sociologia anche in ambito sportivo, a 83 anni ha smesso di correre anche da amatore.
Il piglio, l’onestà e l’impegno sono però rimasti quelli di sempre. La vita, affrontata e goduta fino in fondo, gli ha impresso sul viso un’espressione di serenità. «Mio padre era andato a Milano per cercare lavoro, io e mio fratello riuscimmo a scappare salendo clandestinamente su un treno, mentre mia madre e il fratellino più piccolo rimasero a Fiume», racconta il campione facendo un salto indietro nel tempo.
Abdon Pamich, esule fiumano e marciatore olimpionico:
https://youtu.be/TiETYFYBTOI?si=0Fq6dcXVJMkWfUkd