ROMA Passaggio storico ieri a Sirte tra Italia e Libia: si conclude l'iter del «Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione» che mette la parola fine al contenzioso sul passato coloniale italiano in Tripolitania e Cirenaica e apre un'epoca di cooperazione in campo economico – soprattutto energetico e nel settore delle infrastrutture – e di lotta all'immigrazione clandestina.
L'accordo, firmato il 30 agosto 2008 a Bengasi, ha ricevuto il via libera definitivo del Parlamento italiano all'inizio di febbraio e ieri sera è stato approvato anche dal Congresso (il ”parlamento”) libico. E ieri pomeriggio, in una cerimonia a Sirte, i leader dei due paesi – il premier Silvio Berlusconi ed il colonnello Gheddafi – si incontrano per scambiarsi le rispettive ratifiche. L'Italia finanzierà la realizzazione di infrastrutture sul territorio libico per una spesa complessiva di 5 miliardi di dollari (circa 4 miliardi di euro) nell'arco di 20 anni. L'esecuzione delle opere, che saranno concordate da un comitato paritetico, sarà affidata a imprese italiane. Ecco in sintesi i punti salienti dell'accordo:
IMMIGRATI Investimenti per 5 miliardi di dollari in cambio di un rinnovato impegno della Libia a collaborare nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, obiettivi peraltro già stabiliti dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Per contrastare l'immigrazione clandestina, è previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia, per l'altra metà sarà chiesto un concorso di spesa dell'Unione europea.
REPERTI L'Italia si impegna a realizzare alcune iniziative speciali tra le quali la costruzione di 200 abitazioni, l'assegnazione di 100 borse di studio universitarie e post-universitarie a studenti libici, la cura delle persone colpite dallo scoppio di mine in Libia presso istituti italiani, il ripristino del pagamento delle pensioni di guerra ai titolari libici e la restituzione di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale.
ESULI Gli italiani espulsi dalla Libia nel 1971, dopo che il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato che detronizzò re Idriss, potranno tornarvi con un visto turistico, ma anche per lavoro o per altre finalità. Agli esuli dalla Libia si riconosce un indennizzo complessivo di 150 milioni da corrispondere nella misura di 50 milioni all'anno dal 2009 al 2011.
MANOVRE Con successive discipline saranno definiti i tempi e i modi per lo svolgimento di manovre congiunte e scambio di esperti e tecnici. La collaborazione in questo settore riguarda anche le industrie militari. Italia e Libia si impegnano anche a collaborare nel settore della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e del disarmo.