Il Kosovo si unisce alle celebrazioni in corso da inizio anno in diversi Paesi europei e dei Balcani per i 1.700 anni dell’Editto di Milano, l’importante documento sulla tolleranza religiosa emanato nel 313 d.C. dall’imperatore romano Costantino.
Tre giorni (dal 3 al 5 settembre) organizzati grazie all’intervento di diverse istituzioni tra ministero degli Esteri, Chiesa cattolica del Kosovo, atenei e istituti mobilitatesi per rendere omaggio al grande imperatore, come spiega all’ANSA don Lush Gjergji, vicario generale dell’Amministrazione apostolica di Prizren con sede a Pristina.
Costantino, fa notare il vescovo, “era di origine illirica, della Dardania antica, attualmente, Kosovo. Noi, come albanesi discendiamo dagli Illiri”. L’Editto di Milano, prosegue, “segna una svolta epocale verso la vera libertà religiosa, come presupposto per qualsiasi libertà e democrazia autentica, sia della persona, come anche del diritto alla proprietà”. Per il Kosovo, “nuovo Stato libero e democratico, nel pluralismo etnico e religioso, Costantino rappresenta il Maestro dell’unità nella diversità, compito questo che vogliamo e dobbiamo costruire, se vogliamo far crescere e maturare la libertà, la democrazia, la convivenza etnica e religiosa”. I rapporti interetnici e interreligiosi stanno migliorando, afferma poi il vicario generale. “Noi come Chiesa cattolica ormai da due anni abbiamo proposto e attuato l’incontro regolare dei responsabili delle tre comunità religiose: musulmani, ortodossi e cattolici. Ultimamente abbiamo creato anche Commissioni miste che si incontrano regolarmente ogni tre mesi per discutere insieme le questioni più importanti”. Anche la Chiesa Ortodossa Serba, nella figura di mons. Teodosije, precisa il vescovo cattolico, partecipa regolarmente a queste riunioni”.
I festeggiamenti in onore dell’Editto iniziano la sera del 3 settembre all’Università di Pristina con l’inaugurazione di una mostra cartografica in cui sono esposte 12 mappe antiche (per lo più del XII e XIII secolo). Tra queste, racconta don Lush, vi è esposta anche la preziosa Tabula Militaris Itineraria, la cosiddetta Peutingeriana. La mappa, originariamente realizzata nel IV secolo e raffigurante l’itinerario di viaggio di tutto l’impero romano, rappresenta un documento di grande valore e importanza. “La prima edizione a stampa – ricorda il vescovo – fu realizzata nel 1598 da Marcus Wesler, mentre in Italia venne stampata nel 1793, a Jesi, per volontà dell’arcivescovo di Loreto, mons. Bellinio. Oggi l’opera, che si compone di 11 segmenti stampati è di proprietà della fondazione Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno”.
Il 4 settembre intera giornata di studio dedicata, alla figura di Costantino e al contesto storico, politico, giuridico in cui emanò l’Editto, così come all’importante lascito archeologico della sua presenza. Al convegno, intervengono fra gli altri, diversi docenti provenienti dalle Università Cattolica e Statale di Milano, dagli atenei di Zagabria e Lione e dall’Istituto di Archeologia di Tirana. Il 5 settembre alle 11.00, poi, in occasione dei dieci anni dalla beatificazione di Madre Teresa – figura molto cara ai kosovari – messa inaugurale nella Chiesa Cattedrale e il Santuario di Pristina a lei dedicato. Il motto di questi tre giorni, sottolinea il vescovo, è proprio “ ‘da Costantino a Madre Teresa’ ”, due personaggi molto diversi fra loro, provenienti dallo stesso retroterra, che hanno segnato la storia non soltanto nel tempo e nello spazio in cui sono vissuti, ma molto oltre”.
Cristiana Missori
www.ansa.it 3 settembre 2013