Milano, 5 lug. (Adnkronos Salute) – Da braccio commerciale della tedesca Merck di Darmstadt a colosso della farmaceutica 'made in Italy'. Una strada lunga ottant'anni quella che, che dal 1927, ha trasformato l'azienda Bracco in un gruppo integrato, leader internazionale nel settore della diagnostica per immagini. Un'impresa dal volto 'globalizzato', forte di un fatturato annuo di circa 800 milioni di euro, di cui oltre il 60% proveniente dai mercati esteri.
L'azienda ha deciso di festeggiare in grande un percorso durato quasi un secolo, spegnendo le sue ottanta candeline dal palco della Scala di Milano, dove questa sera è stato organizzato un concerto in suo onore: 'La traviata' di Giuseppe Verdi, diretta dal maestro Lorin Maazel per la regia di Liliana Cavani.
L'evento, precisa il presidente e amministratore delegato Diana Bracco, "vuole celebrare il lavoro dedicato dai collaboratori al gruppo in tutti questi anni, ma intende anche essere testimonianza della nostra visione d'impresa: una visione fatta soprattutto, giorno dopo giorno, di impegno, determinazione, tenacia, etica".
Una serata nel nome di Fulvio Bracco, scomparso ad aprile di quest'anno, artefice della crescita e dell'internazionalizzazione dell'azienda, con la scelta lungimirante di avviare la ricerca sui mezzi di contrasto per radiologia. L'imprenditore, "oltre alla sua famiglia, alla sua azienda e alla sua Istria natale – spiega Diana Bracco, parlando del padre Fulvio – ha amato moltissimo la musica e le tante serate trascorse in questo teatro".
La lunga avventura dei Bracco nel settore farmaceutico inizia il primo giugno del 1927. "Quasi per caso, e per fortuna", ricorda l'attuale presidente e amministratore delegato del gruppo. Fu Elio Bracco, il nonno di Diana, un istriano finito in galera per irredentismo, a dare il via all'attività. La proposta arrivò da un amico tedesco. "Alla Merck serviva una presenza in Italia", racconta l'imprenditrice. Bracco, nonostante non sapesse nulla di quel business, accettò. "E presto diventò un uomo amatissimo dalla classe medica. Segno che era entrato in pieno in un mondo che non era il suo".
Il turno di Diana Bracco, terza generazione, arriva nel 1966. Il suo ingresso nel gruppo rafforza la virata dell'azienda alla conquista dei mercati esteri. L'imprenditrice punta sull'internazionalizzazione, si ritaglia spazi in un settore produttivo di nicchia, quello dei mezzi di contrasto ionici di seconda generazione. E supera la crisi che negli anni '70 si abbatte impietosa sulle aziende farmaceutiche italiane.
''I momenti difficili fanno parte dei percorsi importanti – spiega Diana Bracco – Ne abbiamo avuti quando il denaro costava molto, quando la chimica era malvista. E dopo il 2001, con il fortissimo apprezzamento dell'euro. Momenti difficili che bisogna superare. Il mio mestiere è guardare avanti".
Oggi, Bracco è presente in 115 paesi, direttamente o attraverso consociate e joint-venture. Oltre duemila gli operatori, tre i centri di ricerca: Ivrea, Ginevra e Princeton. Il gruppo vanta una catena di produzione e commercializzazione internazionale di mezzi di contrasto e strumenti per la somministrazione di liquidi diagnostici e, ancora, una divisione farmaceutica che consolida la sua presenza sul mercato italiano, con medicinali prodotti a marchio proprio o su licenza.
Stasera alla Scala, la festa sarà per i risultati raggiunti e per i traguardi ancora da tagliare. "Per una crescita – conclude Diana Bracco – basata sulla volontà di innovare e di rapportarsi, sempre, con il territorio. Valori a cui continueremo a ispirarci".