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Adriatico orientale: le tesi universitarie (Voce in più Dalmazia 14 mar)

di Daria Garbin

Manca l'interesse dei giovani". "I giovani non conoscono la storia giuliano dalmata". "I giovani sono poco presenti nelle nostre iniziative". "Dobbiamo coinvolgere di più i giovani nelle nostre attività". "Avvicinare i giovani". Sono affermazioni che si sentono spesso negli ambienti istriani, fiumani e dalmati. E non sono del tutto vere. I giovani sono scarsamente rappresentati nelle iniziative degli esuli, ma non perché siano disinteressati nei confronti degli argomenti storici e dell'attualità relative all'Adriatico orientale.-
 
Ampi spunti
Al contrario, tale spazio non cessa di fornire spunti di ricerca agli studenti e dottorandi in Italia ed all'estero. Come dimostra l'analisi che effettuata, l'interesse per storia, cultura, civiltà, tematiche linguistiche, antropologia, i diversi aspetti della politica e dell'economia inerenti le sponde adriatiche orientali da parte dei giovani ricercatori è notevole. La ragione per cui tale interesse non viene percepito è legato alla minima ed in molti casi inesistente diffusione dei loro contributi che solo in pochi casi escono dagli ambienti universitari.
 
Aprire una finestra
L'obiettivo, dunque, è quello di aprire una finestra su questa corposa produzione scientifica e di individuare gli argomenti di maggior interesse e richiamo per i giovani studiosi, le facoltà con il maggior numero di ricerche, le zone con maggiore produzione scientifica giovanile ed i relatori maggiormente coinvolti nel seguire tali ricerche. Si è cercato, quindi, di tracciare una mappa "settoriale" che possa essere utile innanzitutto a chi s'interessa di attività di promozione culturale e scientifica svolgendo conferenze, organizzando presentazioni di libri, ed altro con lo scopo di interessare un giovane uditorio e coinvolgerlo nelle future iniziative. Nella ricerca, inoltre, sono contenuti gli elementi di base di molte opere interessanti che potrebbero essere rese disponibili ad un pubblico più vasto, con anche l'indicazione dei loro autori. Non si è voluto tralasciare neanche le tesi ormai "storiche" cioè quelle datate prima degli anni '80, in quanto attestano l'evoluzione e la continua presenza degli argomenti giuliano dalmati in ambito studentesco.

Una ricerca esaustiva
L’analisi è stata eseguita sulla base di risorse accessibili su rete internet, per complessivi 94 indirizzi consultati, appartenenti a 84 atenei italiani, due croati (il database unificato della Biblioteca Nazionale Universitaria di Zagabria e quello della Facoltà di Lettere e Filosofia di Zagabria), le Biblioteche virtuali della Serbia, della Bosnia ed Erzegovina e della Slovenia, la Biblioteca universitaria della Yale University e quella di Harvard, il database del Sistema bibliotecario unificato (OPAC SBN), quello della Biblioteca Nazionale di Firenze ed il sito www.tesionline.it. Per eseguire l'analisi ci siamo serviti di 200 parole chiave che ci hanno fornito dati riguardanti 1.120 tesi, delle quali 489 di laurea e 631 di dottorato di ricerca. Bisogna specificare che di queste, 406 tesi (391 di laurea e 15 dottorati di ricerca) sono state discusse negli atenei nazionali, mentre il resto delle ricerche si riferisce alla Croazia (525), Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo (36), Slovenia (146) ed altri Paesi europei (7).

In testa Zagabria e Trieste
La città italiana con la maggiore frequenza di ricerche sulle tematiche di riferimento è Trieste (109), seguita da Milano (94) e Venezia (70). Si tratta chiaramente di un territorio che registra una maggior presenza di nuclei giuliano dalmati ed è l'area di maggiore attività e visibilità delle loro associazioni.
Le tesi svolte a Trieste riguardanti gli argomenti di storia, politica storica ed attualità provengono dalla Facoltà di Scienze Politiche. Il maggior numero di tesi, in assoluto, è stato realizzato dagli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia di atenei diversi. Le tesi presentate a Venezia  sono in prevalenza conseguite all'Istituto Universitario di Architettura e riguardano aspetti di urbanistica moderna della Dalmazia. Le tesi di dottorato di ricerca sono elaborate presso gli atenei di Zagabria (382), Zara (41), Fiume (41) e Lubiana (41) e trattano una vasta gamma di argomenti (medicina, genetica, psichiatria, antropologia, oceanografia, archeologia, agronomia, storia, letteratura, linguistica), seguiti da Spalato (30), Belgrado (31) Ragusa (21), ecc.
Per quanto concerne le tesi presentate presso altre università straniere la classificazione delle ricerche è stata fatta in base all'argomento perché la catalogazione su rete non offriva indicazioni sulle singole facoltà. Si evince quindi che i ricercatori della Slovenia sono particolarmente interessati alle tematiche legate alla Seconda guerra mondiale, alle questioni delle minoranze (minoranze in generale, le minoranze italiana e croata in Slovenia, la minoranza slovena in Italia) ed a quelle di carattere storico e di attualità riguardanti la Venezia Giulia. In Slovenia (compreso anche l'Istituto sloveno a Trieste perché raggruppa ricercatori di nazionalità slovena) sono state presentate inoltre sei tesi in italiano ed una bilingue, a Zagabria tre in italiano e due bilingui.
Per quanto concerne la diffusione delle ricerche, il maggior numero delle tesi pubblicate è in Slovenia (15 su 146), seguono le tesi in altri Paesi europei e nell'America (4 pubblicazioni su 7), mentre nella Croazia, dove è stato evidenziato il maggior numero dei dottorati di ricerca, quasi tutti gli autori hanno continuato l'attività scientifica nel campo del dottorato. In Italia, invece, su 406 ricerche sono state pubblicate solo tre, tutte dopo il 2005, anno nel quale è stato istituto il Giorno del Ricordo.

Si denota una continua crescita d'interesse
È un dato significativo che tra le numerose ricerche eseguite negli atenei di Slovenia, Croazia, Serbia e Bosnia ed Erzegovina, quindi negli Stati della ex Jugoslavia, solo un numero modesto assume atteggiamento polemico nei confronti delle tematiche storiche ed attuali dell'Adriatico orientale. Questo sta ad indicare che la "nuova, giovane intellighenzia" di madrelingua slovena, croata o serba segue scarsamente direttrici conflittuali riguardanti i rapporti italo-sloveni e italo-croati che si presentano pertanto solo nella dimensione storiografica, spesso distorta nei mezzi di comunicazione dei Paesi stessi. Si nota inoltre una continua crescita d'interesse per l'Adriatico orientale con una punta massima negli anni 2004-2005, mentre negli anni successivi c'è stata una leggera diminuzione.

 

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