Raccontare una leggenda non è mai semplice e Agostino Straulino (Lussinpiccolo 10.10.1914 – Roma 14.12.2004) è stato una leggenda già in vita. Conosciuto da tutti i diportisti, ma noto anche a quanti non hanno mai messo piede su una barca, rimane nella mente di tutti gli italiani e, soprattutto di noi marinai, “il signore dei mari, mago del vento”.
Non smettiamo mai di “guardarlo” il vento: dobbiamo sapere da dove arriva, come cambia, cosa ci vuol dire con le onde. E’ come se tanti messaggi si intrecciassero insieme e noi dobbiamo ogni volta decifrarli. E l’umore del vento influenza quello del marinaio. Il marinaio è contento quando c’è il vento, si diverte, non aspetta altro. Ed è sempre lì che oscilla tra i limiti estremi della bonaccia e dell’uragano”.
(Agostino Straulino Comandante Nave Scuola Amerigo Vespucci – 1965).
Nato a Lussinpiccolo, sull’isola di Lussino in Dalmazia, il 10 ottobre 1914, da una famiglia di antiche tradizioni marinare, Agostino Straulino, fin da piccolo è considerato un marinaio. All’età di cinque anni sapeva già nuotare e destreggiarsi nella barca a vela del padre. Il marinaio Straulino cresce così nelle acque delle isole dalmate, e con lui un incontenibile voglia di navigare. Consegue il Diploma all’Istituto Nautico e dopo poco, nel 1934 entra in Accademia Navale, come allievo ufficiale di complemento. Lì per la prima volta ebbe l’occasione di provare una barca classe Star durante una regata di sfida contro gli ufficiali effettivi. “La fatalità – raccontava Straulino – a volte fa strani scherzi, da manovratore passai al timone e da allora non lo lasciai più”.
Negli anni in cui la Marina istituiva una Sezione Velica si mise subito in luce guadagnandosi un posto tra i migliori skipper dell’Accademia. Nel 1938, vince a Kiel, il titolo Europeo nella Classe Star, ma la guerra era alle porte e lui è un’ufficiale di Marina. Fu dunque prima imbarcato sull’incrociatore Garibaldi, per far parte successivamente, dei Mezzi d’Assalto nel Gruppo Gamma. Con essi, munito di autorespiratore, partecipò a missioni d’assalto ad unità nemiche. A guerra finita, con il Trattato di pace vide la sua Isola diventare parte del territorio Jugoslavo e buona parte del patrimonio velico della Marina, dalle sedi alle imbarcazioni da crociera e da regate, andato perduto sotto i bombardamenti. Riorganizzata la Marina, Straulino fu imbarcato sull’Amerigo Vespucci come ufficiale capo reparto, poi di nuovo nei Mezzi d’Assalto e poi in Gruppo speciale addetto allo sminamento dei porti. Ma il suo destino di campione lo attendeva, tornò alle regate e, passata la delusione delle Olimpiadi di Torquay 1948, dove perse l’oro per il disalberamento a cento metri dall’arrivo dell’ultima prova e per una squalifica “inflittagli ingiustamente – Lui raccontava – per motivi politici dai giudici inglesi”, cominciarono le vittorie. Inizia una lunga scia di vittorie, che, insieme all’inseparabile amico Rode, lo porta ad aggiudicarsi otto campionati europei consecutivi (1949-1956), due mondiali (1952-1953) ed una medaglia d’argento a Melbourne (1956) un quarto posto a Roma (1960) ed una medaglia d’oro, la più bella, alle Olimpiadi di Helsinki del 1952. Nel 1960 matura l’idea di lasciare la Classe Star, per dedicarsi alla navigazione oceanica pura. Nel febbraio 1961, al Comando della Nave Scuola “Corsaro II” partì da Livorno per iniziare una campagna di addestramento che lo porta a navigare l’Atlantico, il Canale di Panama, e l’Oceano Pacifico.
Nel 1965 il assume il comando di nave Vespucci. Dalla plancia della nave a vela più bella del mondo, il Comandante Straulino si distingue per alcune imprese rimaste nella storia della Marineria. Né gli 83 metri della nave, né tantomeno, le oltre 4000 tonnellate di stazza, riescono infatti a frenare l’indole agonistica del Comandante. Durante la campagna nel Baltico ingaggia un “duello” con una nave scuola tedesca che, tradizionalmente, incrociando il Vespucci, lo sfidava ad una gara di velocità, avendone quasi sempre la meglio, favorito dalla maggiore velocità espressa dallo scafo che in origine era un clipper.
Ma Tino (così era affettuosamente chiamato) conosceva questa particolarità e ordinato “posto di manovra generale alle vele” riusciva, in poco tempo, a raggiungere i 10 nodi con Vespucci, costringendo i tedeschi a desistere dal tentativo di passarlo al vento.
Ancor più significativo è stato l’attraversamento del canale navigabile di Taranto, in uscita dal Mar Piccolo, con il Vespucci, manovrato esclusivamente a vela, impresa rimasta ancor oggi mai ripetuta che ha fatto definire Agostino Straulino, il “Mago del Vento”.
Il Presidente della Repubblica ha conferito all’ammiraglio di divisione Agostino Straulino la Medaglia d’Oro al merito di Marina “Alla Memoria” con la seguente motivazione:
“FIGURA DI SPICCO NEL MONDO DELLA VELA INTERNAZIONALE, NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA IN MARINA E PIU’ IN GENERALE NELL’ARCO DI UN’INTERA VITA DEDICATA A PERSEGUIRE UNA INESTINGUIBILE PASSIONE PER IL MARE, HA EVIDENZIATO NOTEVOLE PERIZIA NELL’ARTE MARINARESCA CONSEGUENDO RISULTATI DI ECCEZIONALE RILIEVO E RAGGIUNGENDO LIVELLI DI ASSOLUTO VERTICE NELLE PIU’ PRESTIGIOSE ED IMPEGNATIVE COMPETIZIONI MONDIALI. CHIARISSIMO ESEMPIO E SPRONE PER GENERAZIONI DI MARINAI, HA RAPPRESENTATO UN COSTANTE MODELLO DA EMULARE ED UN AUTOREVOLE PUNTO DI RIFERIMENTO NEL PROCESSO FORMATIVO DEGLI UFFICIALI DI MARINA, CHE CON INCONDIZIONATO IMPEGNO HA INIZIATO ALL’ATTIVITA’ VELICA. QUESTA PASSIONE, CHE HA CONTINUATO AD ACCOMPAGNARLO ANCHE NEGLI ANNI PIU’ RECENTI, I SUOI PRESTIGIOSI SUCCESSI SPORTIVI, LA SUA INSTANCABILE, PREZIOSA E MERITORIA DEDIZIONE A FORMARE NUOVE GENERAZIONI DI MARINAI ED IL SUO ESEMPIO HANNO CONTRIBUITO AD ACCRESCERE IL PRESTIGIO ED IL LUSTRO DELLA FORZA ARMATA E AD ESALTARE LE TRADIZIONI DELLA MARINERIA ITALIANA IN TUTTO IL MONDO”.
Roma, 14 dicembre 2004
Pancrazio “Ezio” Vinciguerra – 10/10/2021
Fonte: La Voce del Marinaio