BRUXELLES\ aise\ – "Quando l’anno scorso inaugurammo questa sede di rappresentanza dicemmo che essa concretizzava un importante obiettivo di visibilità a cui però doveva necessariamente seguire una nostra autonoma e decisa capacità di riempirla di contenuti e di dinamismo ideativo, programmatico e realizzativo. Oggi con l’apertura della sede ufficiale istituzionale dell’Euroregione Adriatica raccogliamo i frutti di un duplice lavoro di apertura del Molise all’esterno e di testimonianza del suo dinamismo all’interno del contesto adriatico, europeo e mediterraneo ". Queste le parole del Presidente della Regione, Michele Iorio, aprendo, stamane, i lavori della conferenza dal titolo "Euroregione Adriatica: un contributo all’integrazione Europea", tenutosi nella sede istituzionale del Molise a Bruxelles. L’iniziativa ha rappresentato anche l’apertura dell’attività dell’Euroregione Adriatica a Bruxelles che da oggi avrà "casa" stabile proprio nella sede del Molise.
All’incontro erano presenti il Presidente dell’Euroregione Adriatica, Ivan Jakovcic, che è anche presidente dell’Istria, e i rappresentanti delle 22 Istituzioni che compongono il nuovo soggetto interregionale adriatico.
Presenti anche il Sottosegretario Italiano agli Affari Esteri Famiano Crucianelli; il Presidente dell’Aiccre Molise, Antonio D’Ambrosio; l’Assessore Regionale alla Programmazione Gianfranco Vitagliano; il Consigliere del Presidente per le Politiche europee e l’internazionalizzazione, , Francesco Cocco; e i Direttori Generali della Regione Molise, Antonio Di Ludovico e Antonio Francioni.
Iorio nella sua veste di padrone di casa e di Vice Presidente dell’Euroregione, ha ricordato l’importanza nel contesto internazionale di questo nuovo soggetto istituzionale che raccoglie nel suo interno 6 Stati diversi che affacciano sull’Adriatico (Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia Erezegovina, Montenegro e Albania) oltre a 16 soggetti di vario livello tra cui le Regioni, le province e molte autonomie comunali trasfrontaliere. "Un’iniziativa –ha continuato il Presidente del Molise – che ha mosso i primi passi proprio in Molise, a Termoli, nel 2004 e che oggi taglia un importante traguardo di realizzazione di una rete interistituzionale e territoriale tra Stati, Regioni e Autonomie Locali che, fino a pochissimi anni fa, erano talmente divisi da dover vivere il dramma di un conflitto bellico. Si capisce, dunque, chiaramente la portata di questo progetto che non solo ha messo intorno ad un tavolo ex "nemici", ma che ha immaginato uno sviluppo sostenibile comune, condiviso e lungimirante in un’ottica di democrazia, di libertà e di pace".
Ed aggiunge: "Ma la portata storica dell’Euroregione si legge anche nella capacità di aver saputo riunire territori che storicamente hanno vissuto importanti momenti di unione culturale, religiosa ed economica e che, poi, l’evoluzione degli eventi ha separato fino a contrapporli. Oggi infatti l’Euroregione ha propri organi rappresentativi, con più sedi stabili e con una ufficiale nel "cuore" dell’Europa, Bruxelles. Sì, nel "cuore" dell'Europa e vicino alle sue massime Istituzioni perché questa è una realtà che nasce e vuole evolversi in un contesto e in un'ottica comunitaria. Abbiamo saputo creare – prosegue – Iorio – una "casa comune" in cui popoli diversi, con realtà istituzionali differenti, sia dal punto di vista economico che demografico, con lingue e con tradizioni disparate, si sentano capaci di immaginare un futuro di cooperazione, di scambio economico-culturale e di sviluppo unico, condiviso e duraturo nel tempo. Uno sviluppo capace di inserirsi in più ampi contesti intercontinentali e globali".
"Non è centro un caso –ha detto ancora il Presidente – che una realtà di 22 milioni di abitanti, che si estende su un territorio di 230 mila chilometri quadrati, composto da 22 realtà istituzionali diverse, tra cui 6 Stati, con un patrimonio storico e artistico che vede ben 20 monumenti meritevoli di protezione da parte dell’Unesco, con un ambiente marino e boschivo unico al mondo, sia rappresentata dal presidente dell’Istria e dal Presidente del Molise. Due Regioni piccole ma che hanno avuto la capacità di ideare uno "strumento" operativo in cui ciascuno, prescindendo dalle dimensioni demografiche o territoriali, possa dare il proprio apporto alla crescita comune". E conclude: "È talmente vero questo che, fino ad oggi, nel lungo cammino che ci ha portato a confrontarci con i vari Governi degli Stati, delle Regioni e dei Comuni componenti, abbiamo registrato consenso e condivisione unanime e convinta. Segno evidente della bontà della proposta e della lungimiranza della programmazione che intendiamo realizzare".
Iorio infine ha voluto sottolineare con forza che l’Euroregione sarà anche un mezzo per rilanciare, sia all’interno dell’Europa, che nel più ampio contesto internazionale, una nuova politica di coesione mediterranea che riporti questa parte del mondo a svolgere quel ruolo economico e culturale che ha storicamente esercitato ponendosi in evidenza per la capacità di dar vita a civiltà, a culture e a religioni che hanno fatto crescere ed evolvere l’intera umanità.
Jacovicic, nel suo lungo e accorato intervento, ha voluto ricordare il percorso fino ad oggi svolto dall’Euroregione che è passato attraverso importanti tappe quali quella di Termoli, di Pola, di Venezia e oggi di Bruxelles. Tappe che hanno consentito al nuovo organismo di dotarsi di strutture rappresentative quali un presidente, un vice presidente, un’assemblea di membri, un Comitato esecutivo ed una serie di commissioni tematiche.
Sono infatti operative 5 commissioni che si occupano dei principali filoni oggetto della programmazione dell’Euroregione: turismo e cultura, Pesca, trasporti e infrastrutture, ambiente, affari economici.
"Occorre ora –ha detto il Presidente dell’Istria – impegnarci insieme nella programmazione, nella ideazione e nella ricerca dei relativi finanziamenti anche nel contesto della Ue per dare compimento a quell’idea di sviluppo comune che abbiamo sancito decidendo di fondare l’Euroregione. L’Euroregione è già ora, e ancor più lo dovrà diventare in futuro, il parlamento comune dell’Adriatico in cui si dibatte, ci si confronta e da cui scaturiscono iniziative di cooperazione, integrazione e sviluppo che gradualmente riassorbiranno le differenze economiche dei vari territori che la compongono avviando tutti e 22 i milioni dei suoi abitanti sulla strada della crescita culturale ed economica continua e durevole nel tempo". (aise)